Per il consigliere di Idv “è necessario affermare due principi: l’impiego di manodopera locale nelle attività estrattive di petrolio e l’incremento delle imprese lucane nelle commesse Eni e Total”
“Rafforzare i Centri per l’Impiego dei due comprensori petroliferi, ad oggi ‘bypassati’ da Eni e Total, e istituire un ‘bonus’ da destinare alle imprese che procedano ad assunzioni di manodopera attraverso i Centri per l’Impiego”. Questi gli strumenti indicati dal consigliere Autilio per garantire il lavoro alle maestranze locali che “nella sostanza, sono identici alle proposte sindacali”. Autilio precisa, inoltre, che “la diffida a garantire occupazione locale e trasparenza negli appalti rivolta da Cgil, Cisl, Uil alla Total ripropone la situazione da lui denunciata in tante occasioni contro la pratica scelta dall’Eni per le assunzioni di manodopera, che non tiene conto, se non in percentuale minima, dei disoccupati dei Comuni della Val d’Agri”.<br /><br />“Dopo l’iniziativa avviata dall’Upi (Unione Province Italiane) con l’impegno diretto della Provincia di Potenza – ricorda il consigliere – anche tra le Regioni come la nostra c’è sicuramente maggiore consapevolezza sulla imprescindibile necessità di rilanciare compiti e funzioni delle strutture pubbliche di collocamento. Lo stesso Governo Letta e, in particolare il ministro Giovannini, hanno annunciato di voler procedere ad una riforma dei Centri per l’Impiego gestiti dalle Province che in Italia sono oltre 550, con circa 6.600 persone tra dipendenti ed esperti che svolgono nel Paese le funzioni di erogazione dei servizi per l'informazione, l'orientamento e l'inserimento al lavoro. Si tratta – a parere di Autilio – di esperienze sui territori provinciali molto differenti tra loro, ma riguardanti poco meno di un disoccupato su due che riceve servizi diversi dalle agenzie private, e oltre all'intermediazione del lavoro si occupano pure di assistere i disoccupati per l'erogazione dei sussidi e svolgono tutti gli adempimenti necessari per aziende e lavoratori al momento dell'assunzione”.<br /><br />“A livello regionale – riferisce Autilio – la quota di persone in cerca di lavoro che si sono rivolte a un servizio pubblico per l'impiego supera l'80 per cento nella maggior parte delle regioni meridionali (anche se la percentuale è al di sotto in Basilicata), con l'aggiunta della Toscana (81,4 per cento). Se, dunque, c’è innanzitutto un atteggiamento di diffidenza e sfiducia da parte dei disoccupati meridionali in generale nei confronti dei Centri per l’Impiego che va superata con più efficaci servizi di consulenza e orientamento, è questo l’unico strumento per prevenire una sorta di guerra tra poveri tra Comuni limitrofi della Val d’Agri, sia Alta o Media, e del Sauro, perché come rilevano gli stessi sindaci con la definizione di un ‘Piano straordinario per l’occupazione’ in Val d’Agri ci sono le opportunità, a breve periodo, per alcune centinaia di posti di lavoro stabili e con il Piano pluriennale per il lavoro ci dovrà essere un numero sicuramente superiore”.<br /><br />Nel ricordare di aver segnalato in più occasioni “la situazione relativa alla scarsa incidenza di manodopera locale che rappresenta meno della metà della forza lavoro complessiva (secondati dati Eni dello scorso anno,140 dei 289 occupati diretti, e il 48,60 per cento dei 2.101 occupati indiretti, di cui 32,51 per cento residenti in Val d’Agri e 16,9 per cento residenti, invece, negli altri Comuni lucani), per non parlare dei lavori precedenti nel Centro Oli con l’impiego di centinaia di operai stranieri”, Autilio sottolinea che “è necessario affermare due principi: l’impiego di manodopera locale nelle attività estrattive di petrolio e l’incremento delle imprese lucane nelle commesse Eni e Total”.<br /><br />“Il Contratto di Sito per l’area industriale di Viggiano e l’attuazione del Memorandum d’Intesa per il petrolio – conclude – sono altre due opportunità per garantire gli attuali livelli occupazionali nel settore delle attività petrolifere, scongiurando licenziamenti ad opera di aziende che hanno portato a termine le commesse ottenute dall’Eni, per superare situazioni di precariato e contribuire ad ampliare l’offerta di lavoro diretto e indotto in Val d’Agri, come sollecitato da Cgil, Cisl, Uil, anche quale primo passo necessario ad avviare l’istituzione del Distretto energetico lucano”.<br /><br /><br /><br />