Il consigliere regionale sottolinea che “con i festeggiamenti di San Rocco, a Tolve, partiranno le iniziative del Centro di Studi e Documentazione sulla Storia e la Devozione”
“La positiva novità dei festeggiamenti dedicati a San Rocco a Tolve, come in tanti Comuni lucani che lo hanno scelto come Santo Patrono, quest’anno, è rappresentata dal Centro di Studi e Documentazione sulla Storia e la Devozione che dopo anni di progettazione nella ‘città rocchiana’ sta finalmente diventando operativo”. E’ quanto sottolinea, Franco Mattia, segretario dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, evidenziando che “il Centro, presentato ufficialmente a metà giugno scorso, in un convegno – dibattito, è un contenitore di documentazione e di studi su tematiche relative agli aspetti devozionali e cultuali, alle agiografie e alle fonti inerenti lo studio della Santità in tutti i suoi aspetti, con particolare attenzione allo studio delle origini e degli sviluppi agiografici e devozionali di Rocco da Montpellier”.
Mattia, che del Centro è presidente onorario, sottolinea, inoltre, “l’impegno dell’assessore Viti che ha sostenuto l’idea progettuale e ne ha condiviso le finalità. L’obiettivo principale è quello di far conoscere e valorizzare le tradizioni religiose al fine della fruizione e della gestione del patrimonio immateriale di carattere culturale e devozionale legato non solo a san Rocco ma a tutti gli aspetti cultuali di una regione come la Basilicata dove Storia, Mito e Devozione costituiscono la base di un comune sentire identitario”.
Il progetto è stato redatto da Nicola Montesano, vice presidente, delegato per il Mezzogiorno d’Italia dell’Associazione Italiana San Rocco di Montpellier e del Comitato Internazionale Rocchiano. Esso definisce gli scenari principali di un grande intervento di documentazione e valorizzazione del patrimonio culturale e devozionale legato agli aspetti di santità medievale e agli sviluppi culturali in Basilicata, attraverso lo studio dei loro ambiti archivistici, architettonici, artistici e antropologici, con l’ausilio di tecnologie tradizionali, digitali e multimediali. Il Centro, con sede all’interno del complesso francescano dell’Annunziata, nello spazio che il Comune di Tolve ha già concesso, si avvarrà di collaborazioni e collegamenti con Università, Enti di Ricerca e Associazioni Culturali nazionali e internazionali e può contare su un bagaglio di esperienze già consolidato e sviluppato negli ultimi anni attraverso l’organizzazione di manifestazioni pubbliche di carattere nazionale ed internazionale, partecipazione a progetti scientifici nazionali e internazionali e pubblicazioni di monografie, saggi e articoli di carattere scientifico. Il Centro si occuperà, nello specifico, di quattro macroaree di studi allo scopo di realizzare: un ‘contenitore’ multimediale e cartaceo dell’immenso patrimonio di memoria e di conoscenza rappresentato dai culti verso i Santi e i Taumaturghi di origine medievale all’interno del territorio lucano; una serie di ricerche finalizzate allo studio e agli sviluppi dei culti patronali lucani e alle figure dei Santi a cui sono devoti gli abitanti della Basilicata; un programma di eventi pubblici inerenti le tematiche e i risultati delle ricerche previste e realizzate; la pubblicazione di una rivista periodica con i contributi di studiosi locali, nazionali e internazionali.
“Il risultato atteso – afferma Mattia – è la creazione di una raccolta integrata, trasversale e multidisciplinare della memoria storica, archivistica e cultuale della Santità medievale in terra lucana, in cui l’informazione culturale sia organizzata come un network di dati, di percorsi, di temi che leghino tra loro i siti, gli insediamenti, le attività umane, il territorio, la storia, l'ambiente antropico in cui essa si è sviluppata, attuando un’azione sociale dalla forte impronta aggregante”. Quanto alle ricadute del progetto, Mattia esprime “l’auspicio che esso possa far crescere e diffondere la conoscenza e la divulgazione del patrimonio tangibile ed intangibile dei culti patronali insistenti in territorio lucano; incidere sulla conoscenza e la valorizzazione di questi culti; coinvolgere i cittadini lucani nei processi di promozione e comunicazione del patrimonio culturale regionale; determinare azioni di tutela e salvaguardia del patrimonio culturale diffuso tangibile (chiese, reperti museali, borghi…) ed intangibile (tradizioni locali, aspetti devozionali…), come effetto conseguente al rafforzamento dell'identità locale, culturale e produttiva, da parte dei cittadini”.