L’organismo, presieduto da Bradascio, dopo aver audito Padre Cipollone delegato regionale Aris e il direttore amministrativo dell’Istituto Padri Trinitari, Campanella, ha espresso parere favorevole a maggioranza sulla DGR con alcune osservazioni
La quarta Commissione consiliare permanente, presieduta da Bradascio (Pp), riunitasi in mattinata, ha espresso parere favorevole a maggioranza (Polese e Spada-Pd, Bradascio-Pp, Galante-Ri, Mollica-Udc, Benedetto-Cd, contrari Romaniello-Gm, Rosa-Lb-Fdi e Leggieri-M5s), con alcune osservazioni, sulla delibera di Giunta regionale che detta indirizzi di carattere generale per la definizione dei tetti di spesa alle strutture private accreditate per l’ assistenza riabilitativa.Con la delibera di Giunta si stabilisce che per gli anni 2015 e 2016 la spesa per prestazioni di assistenza riabilitativa ex art.26 L.833/1978 specialistica ambulatoriale non può essere superiore al costo consuntivato sostenuto nell'anno 2013 e comprende la spesa per le prestazioni erogate fuori regione; il tetto di spesa regionale da assegnare alle strutture è pari alla spesa complessiva dalle stesse strutture consuntivata nell'anno 2013, comprensivo del budget e dell'extrabudget; il tetto di spesa regionale è unico, omnicomprensivo, fisso e invalicabile ed è pari alla somma del 98% della spesa consuntivata per l'anno 2013 e del 2% per le prestazioni erogate in eccedenza al budget da remunerarsi a tariffa ridotta del 20%; le Aziende sanitarie locali, su proposta delle associazioni di categoria di appartenenza e con l'accordo delle singole strutture erogatrici, possono trasferire, tra le strutture private accreditate, quote di tetto; le Aziende sanitarie locali sono impegnate nel ridurre la spesa per prestazioni ex art. 26 Legge 833/78 erogate fuori regione e possono utilizzare le relative economie, con riferimento alla spesa sostenuta fuori regione nell'anno 2013, per la stipula di nuovi contratti e/o per la modifica dei tetti di spesa delle strutture private accreditate già contrattualizzate.<br /><br />La Commissione, tenendo presente le considerazioni emerse nelle diverse audizioni, ha allegato al parere una piattaforma di raccomandazioni che sarà sottoposta all’attenzione della Giunta regionale. Il cronoprogramma prevede l’eguaglianza delle tariffe relative alle prestazioni sanitarie, inizialmente attraverso la sommatoria degli attuali tetti di struttura; misure di contrasto alle liste di attesa e alla mobilità passiva; equità di accesso territoriale; incentivi per la riconversione delle attività; integrazione pubblico-privato attraverso itinerari di cura interaziendali; controlli sull’appropriatezza delle cure e dei processi di sistema; implementazione di nuove prestazioni: l’ampliamento dei tetti assegnati con un abbattimento della tariffa del 30% per evitare che quei pazienti che non possono ricevere risposte nelle strutture accreditate della regione, a causa del limite del tetto di spesa, si rechino in strutture extraregionali; il decurtamento del 10% del budget per quelle strutture non ancora in regola con l’accreditamento.<br />“L’attuale modo di assegnazione dei tetti, che avviene sulla base dello ‘storico’ – è stato sottolineato durante i lavori della commissione – deve essere superato, in quanto non risponde ad alcuna strategia sanitaria e non garantisce la basilare norma dell’uguaglianza delle tariffe anzi, in caso di superamento del tetto, alle strutture a cui sono assegnate risorse minori è inflitta una riduzione tariffaria di gran lunga superiore di quella praticata alle strutture che godono di tetti più elevati”. “L’auspicio – ha spiegato il presidente Bradascio – è che queste raccomandazioni possano essere prese in considerazione dalla Giunta regionale e innestate in modo organico al provvedimento, così da attuare, in coerenza con il piano della salute adottato, un’analisi puntuale dei fabbisogni delle prestazioni. Il puntuale censimento dei fabbisogni delle prestazioni è l’elemento cardinale sulla cui conoscenza poter compiere le precise valutazioni e quindi operare le scelte di indirizzo per migliorare l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza”.<br /><br />Prima del voto sono stati auditi Padre Angelo Cipollone delegato regionale dell’Aris (Associazione religiosa istituti socio sanitarie) e il direttore amministrativo dell’Istituto Padri Trinitari, centro di riabilitazione e formazione professionale di Venosa, Vito Campanella. “Ciò che voglio sottolineare – ha dichiarato Padre Angelo – è che in questo delicato campo della riabilitazione non ci sentiamo controparte della Regione ma partner e che, da sempre, ci adoperiamo per concorrere con le istituzioni pubbliche alla realizzazione dei doveri costituzionali di solidarietà. L’istituto Padri Trinitari, da 46 anni sul territorio regionale, si è caratterizzato perché ha sempre tentato di centrare un obiettivo: mettersi ‘in ascolto’ delle esigenze dei disabili e offrire programmi di riabilitazione sempre più rispondenti, non solo ai loro bisogni fisici ma alla globalità dei loro bisogni esistenziali: psicologici, morali e spirituali. Un compito non facile, a volte gravoso, ma che non ci spaventa, ciò che ci sfiancano sono le difficoltà amministrative, le palesi contraddizioni: se da un lato ci viene detto di assistere ragazzi portatori di handicap, dall’altro ci viene imposto di non superare il budget stabilito. Ma noi tutti sappiamo che la riabilitazione non si stoppa, noi non lo abbiamo mai fatto e né intendiamo farlo. Vogliamo proseguire in questo ambito con serietà e professionalità ,ma dobbiamo essere ascoltati. Teniamo bene a mente che questa delibera incide su futuro dei centri di riabilitazione, ma soprattutto sul futuro dei ragazzi portatori di handicap”.<br /><br />E’ intervenuto, poi, il direttore Campanale, affermando che “il riferimento all’anno 2013, presente nella delibera di Giunta regionale, non risulta coincidente con la realtà delle prestazioni attualmente autorizzate ed erogate, in quanto non tiene conto dell’evoluzione del fabbisogno. Infatti, le prestazioni erogate e contabilizzate nell’ultimo triennio superano quelle liquidate dalle Asl, pertanto bisognerebbe considerare il numero delle prestazioni erogate nell’anno 2014, con il tetto di spesa pari al dato consuntivato nell’anno 2014, intendendo per consuntivato tutte quelle prestazioni regolarmente autorizzate dalle Asl, altrimenti vi è il pericolo che i cittadini dimessi dalle nostre strutture si rivolgano a centri extraregionali incrementando la spesa. Per quanto riguarda le nuove prestazioni autorizzate dalle Asl che non dovessero trovare disponibilità presso i centri lucani a causa del raggiungimento del tetto di spesa – ha concluso il Direttore amministrativo dell’Istituto – onde evitare la mobilità extraregionale, potrebbero essere contabilizzati oltre i tetti assegnati con un abbattimento % della tariffa. Un meccanismo che permetterebbe di far rientrare i cittadini lucani assistiti fuori regione, favorendo la mobilità attiva, e ottenendo una economia di spesa che potrebbe essere investita in nuovi progetti come quello della prevenzione e cura dei soggetti autistici”.<br /><br />La commissione ha rinviato alla prossima seduta l’esame del disegno di legge riguardante il sistema integrato per l’apprendimento permanente e il sostegno alle transizioni nella vita attiva al fine di dare corso alle richieste di audizioni pervenute.<br /><br />Ai lavori erano presenti oltre al presidente Luigi Bradascio-Pp, i consiglieri Giannino Romaniello e Aurelio Pace (Gm), Mario Polese e Achille Spada (Pd), Michele Napoli (Pdl-Fi), Gianni Leggieri (M5s), Gianni Rosa (Lb-Fdi), Paolo Galante (Ri), Francesco Mollica (Udc) e Nicola Benedetto (Cd).<br />