“Gli agricoltori lucani, specie quanti presidiano con il lavoro quotidiano quelle stesse aree interne e a vocazione rurale di Lazio, Marche e Umbria colpite dal tremendo terremoto, 36 anni fa hanno vissuto l’identica tragedia in contrade e frazioni sparse sui territori amplificata per i ben noti problemi infrastrutturali e di servizi. Il nostro pensiero alle popolazioni rurali terremoto è accompagnato da un impegno, in coordinamento con le strutture regionali e nazionali, di aiuti concreti”. Lo sottolinea la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori della Basilicata che aggiunge: “Le immagini di casolari ed aziende agricole distrutte, come di case in paese, di morte e dolore ci fanno tornare in mente l’esperienza che abbiamo vissuto nel 1980 e con gli sciami sismici degli anni successivi e per questo sappiamo bene la caparbietà di chi è attaccato alla terra e troverà la forza necessaria per ricominciare. Adesso – aggiunge la nota della Cia – bisogna garantire la messa in sicurezza delle comunità, assicurare un alloggio, un pasto, l’assistenza adeguata specie ad anziani e bambini. In queste ore sull’intero territorio nazionale la Cia sta predisponendo una raccolta fondi per inviare aiuti materiali e prevedere degli uffici mobili per garantire un adeguato supporto alle aziende agricole che avranno bisogno di continuità nei servizi e nelle pratiche legate alla gestione e alla ricostruzione di eventuali danni riportati alle strutture.
Lo spirito di solidarietà – afferma il presidente nazionale Dino Scanavino- è prerogativa innata degli agricoltori, quindi ci daremo molto da fare, per quanto nelle nostre possibilità. Sappiamo che le parole servono a poco -prosegue – vogliamo far sentire concretamente la nostra vicinanza ai territori colpiti. Prenderemo subito contatto con le Istituzioni che coordinano gli aiuti per valutare le iniziative più urgenti da assumere a sostegno delle popolazioni.. Dall'esperienza fatta prima in Basilicata-Irpinia, successivamente negli anni in Abruzzo e in Emilia-Romagna abbiamo compreso come sia fondamentale, dopo le necessarie operazioni di primo soccorso, ripristinare il prima possibile la normalità e non far crescere il senso di abbandono tra i terremotati".
bas04