Con il documento l’esponente del M5s nel sottolineare che lo stabilimento “continua ad essere scenario di numerosi incidenti”, impegna la Giunta “a costituirsi parte civile nell’udienza del prossimo 3 novembre”
Il termovalorizzatore Fenice di S. Nicola di Melfi al centro di una mozione presentata dal M5s (primo firmatario Gianni Leggieri) durante i lavori consiliari del 27 giugno scorso.<br /><br />Con il documento si sottolinea che “il termovalorizzatore di Melfi continua ad essere scenario di numerosi incidenti che hanno messo a repentaglio la vita dei lavoratori e hanno prodotto danni ambientali non ancora determinati” e si impegna il Presidente della Giunta regionale a: “costituirsi parte civile nell’udienza del prossimo 3 novembre; sollecitare l’intervento di monitoraggio e controllo dell’Arpab e, ove la stessa non fosse dotata di strumentazione idonea, a provvedere immediatamente in tal senso; a sospendere, nelle more, l’attività del termodistruttore; attuare nell’immediato un tavolo di trasparenza che veda coinvolte oltre le diverse istituzioni (Regione, Provincia e Comuni interessati) anche le associazioni ambientaliste presenti sul territorio; avviare uno screening sanitario sulla popolazione dei comuni del Vulture; predisporre un piano di biomonitoraggio che coinvolga i residenti nell’area di ricaduta prevalente delle emissioni, quelli fuori dell’area di ricaduta, le aziende situate nei pressi dell’impianto e i lavoratori dello stesso impianto”.<br /><br />Leggieri fa presente che “il 14 aprile scorso la Regione, nonostante fosse a conoscenza dei numerosi incidenti avvenuti presso il termovalorizzatore e nonostante il conclamato stato di inquinamento del territorio, ha ritenuto di concedere alla Fenice Edf l’autorizzazione integrata ambientale (AIA)”. A parere dell’esponente del M5s “gli ultimi incidenti sembrerebbero violazioni delle prescrizioni contenute nell’Aia, in particolare della n°9.3: ‘Il Gestore deve acquisire informazioni sul rifiuto che comprendano almeno: a. lo stato fisico e, ove possibile, la composizione chimica, il relativo codice Cer e tutte le informazioni necessarie per valutare l’idoneità al previsto processo di incenerimento; b. le sostanze con le quali i rifiuti non possono essere mescolati e le precauzioni da adottare nella manipolazione degli stessi’ e della n° 27: ‘I rifiuti devono essere stoccati in modo tale da escludere la formazione anche casuale di prodotti esplosivi ed infiammabili, aeriformi e tossici, ovvero lo sviluppo di notevoli quantità di calore tali da ingenerare pericoli per impianti, strutture e addetti’”.<br /><br />Per l’esponente del M5s, inoltre, “l’Arpab, pur essendo a conoscenza di quanto accaduto negli ultimi tempi, non è intervenuta con alcun rilievo facendo venir meno la propria finalità, ovvero il monitoraggio e il controllo dei fattori di rischio per la protezione dell’ambiente”.<br />