Per il vice presidente del Consiglio regionale bisogna credere di più nel Distretto Energetico Val d’Agri-Sauro
“L’aumento dagli attuali sei a otto pozzi petroliferi da perforare a Tempa Rossa da parte del raggruppamento di società che fa capo alla Total è una nuova conferma delle grandi potenzialità petrolifere del comprensorio del Sauro e, al tempo stesso, un richiamo, insieme alle potenzialità della Val d’Agri, per le ulteriori occasioni di esplorazione, come evidenzia da tempo Assomineria, da parte di grandi società petrolifere nazionali ed internazionali”.
E’ il commento del vice presidente del Consiglio regionale Antonio Autilio (IdV), il quale sottoline che “ogni anno con le nuove richieste di ricerca idrocarburi sull’intero territorio regionale gli esperti aggiornano verso l’alto il potenziale lucano di risorse energetiche”. “Dunque – aggiunge – è destinata a salire anche la stima della Total per Tempa Rossa che secondo il programma iniziale dovrebbe avere una capacità produttiva giornaliera di circa 50.000 barili di petrolio, 250.000 metri cubi di gas naturale, 267 tonnellate di GPL e 60 tonnellate di zolfo”.
“Siamo di fronte alla conferma di risorse energetiche strategiche che – continua Autilio – ci caricano tutti di nuove responsabilità per trasformare i nuovi barili di greggio da estrarre e i nuovi metri cubi di gas in strumenti di occupazione e sviluppo. Purtroppo, invece, dobbiamo registrare che nell’area del Sauro dove opera la Total già da anni l’occupazione diretta è ferma ad un centinaio di unità e si rinvia ancora l’attuazione del processo industriale dell’indotto”.
Per il vice presidente del Consiglio Regionale “dobbiamo credere di più nel Distretto Energetico Val d’Agri-Sauro che è il contenitore necessario ad utilizzare a 360 gradi le potenzialità energetiche attraverso attività che specie nell’indotto e nella trasformazione e produzioni di prodotti petroliferi può realizzare nuovi posti di lavoro anche per i nostri laureati. Basti ricordare che la filiera del settore petrolifero è molto lunga: dalla trivellazione fino ad arrivare alla raffinazione e alla commercializzazione di oli e lubrificanti. E poi ci potrebbero essere buone ricadute occupazionali in tutta la filiera, visto che nel settore, per ogni posto diretto creato, ce ne sono 1,8, quasi due, per l’indotto. Basti pensare, ad esempio, che nel settore metalmeccanico, a ogni posto creato, ne corrisponde lo 0,8 nell’indotto”.