Svimez, Falotico: Politica paralizzata dalle questioni interne

"Le prime anticipazioni del rapporto Svimez non sono per niente sorprendenti. Che la situazione economica e sociale della nostra regione sia drammatica è cosa che non sfugge neanche agli osservatori più distratti, così come non passa inosservata la paralisi della classe politica che dovrebbe governare la regione e che al contrario pare affaccendata da troppi mesi su assetti e organigrammi interni. Serve una svolta radicale prima che si consumi l'ultimo granello di tempo. Sul punto però c'è da essere scettici. Temo che dopo le primarie del Pd partirà il tormentone sul rimpasto di giunta, e saranno settimane di ulteriori lacerazioni e perdite di tempo. Il problema è che le famiglie lucane che hanno perso il lavoro e non sanno come sbarcare il lunario tempo non ne hanno più. Qui si rischia la rivolta sociale e la politica non può far finta di niente. È un gioco molto pericoloso. Fermo restando la priorità legata al lavoro di inserimento o reinserimento, un'altra parte di queste risorse dovrà essere indirizzata al sostegno della piccola e media impresa. È da almeno dieci anni che invochiamo misure per rilanciare la competitività del nostro sistema manifatturiero. In questo lungo lasso di tempo la base produttiva della regione si è pericolosamente indebolita e anche le imprese che sono scampate alla crisi boccheggiano. La proposta della Cisl è nota: creare convenienze localizzative facendo pagare meno alle imprese le bollette di acqua, energia e gas, oltre a semplificare le procedure autorizzative. Le modalità tecniche per realizzare questo obiettivo si possono discutere ma deve essere chiaro l'obiettivo di fondo, vale a dire rafforzare la competitività delle imprese.
E poi c'è il vero cruccio del sindacato: il lavoro. In questi mesi sono state messe in campo varie misure, dal credito d'imposta a Garanzia Giovani, ma se non riparte la domanda interna e se non si interviene sulla competitività delle aziende, l'emorragia di posti di lavoro proseguirà, come ha ben evidenziato il rapporto industria della Cisl. Ecco perché non possiamo prescindere dal rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga, unica scialuppa di salvataggio per i tanti lavoratori espulsi, spesso ultra cinquantenni troppo vecchi per un nuovo lavoro e troppo giovani per la pensione. In ogni caso, occorrerà trovare soluzioni alternative che salvaguardino la continuità di sostegno al reddito di questa platea, anche attivando concrete politiche attive del lavoro".

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