“Siamo molto preoccupati per le possibili ricadute sulla produzione e sui conseguenti livelli occupazionali nella FCA di Melfi". Lo dichiarano in una nota Angelo Summa, segretario regionale della Cgil, e Roberto D'Andrea, segretario regionale della Fiom-Cgil Basilicata.
"Si mettano subito in atto tutte le iniziative utili a offrire garanzie ai lavoratori e trasparenza per prevenire impatti sul mercato, visto in particolare il rilancio in corso di alcuni brand e il lancio nuovi modelli. Si mettano a sistema le possibili risorse nazionali e locali (sia quelle di derivazione comunitaria che regionali) su 2-3 scelte strategiche di politica industriale (nuovi materiali, motori a basso impatto ambientale, ricerca e sviluppo su nuove tecnologie) e per la crescita e l'internazionalizzazione delle imprese locali, istituendo , come già più volte chiesto precedentemente una commissione permanente sull'auto che coinvolga FCA e le aziende dell'automotive, i lavoratori, le università, per una nuova politica industriale che finanzi un piano ecologico del settore utile a implementare l'occupazione”.
“Negli Stati Uniti l'Ente di Protezione Ambientale ha reso pubblico l'avvio di una procedura contro FCA. La ragione? Secondo le scarse informazioni che abbiamo- continuano- FCA non avrebbe dichiarato l'installazione di un software su alcuni modelli motorizzati diesel. L'indagine dell'EPA sarebbe concentrata su circa 100mila vetture che monterebbero motori V6, ma ad essere imputati non sarebbero i motori (pluripremiati), ma la mancata dichiarazione dell'esistenza del software. La differenza non sarebbe di poco conto: perché l'impatto economico delle sanzioni rischierebbe di essere di alcuni miliardi. La sola notizia ha avuto un impatto negativo sul mercato azionario, proprio all'indomani del salone di Detroit, dove l'amministratore delegato era tornato sul tema alleanze con altri gruppi industriali come GM. Alle difficoltà negli Stati Uniti si è aggiunta in Europa quella del governo tedesco, che ha chiesto verifiche sulle emissioni di alcuni modelli Fca. E' in corso la “guerra del diesel” cominciata con il “dieselgate” della VW e continua in Francia con la magistratura che avrebbe avviato indagini dopo che test indipendenti sulle emissioni avrebbero fatto emergere importanti differenze su quanto dichiarato dalla Renault. Mentre il governo tedesco è tornato a mettere sotto accusa le emissioni di tre modelli Renegade, 500 e Doblò, in un quadro complessivo che vede l'Unione Europea discutere di quali dovranno essere i limiti di emissione e gli obiettivi da raggiungere nei prossimi anni.
Riteniamo fondamentale – concludono Summa e D'Andrea – l'apertura di un confronto: il Comitato aziendale europeo che si terrà a Torino nei giorni dal 25 al 27 gennaio, sarà la prima occasione per un incontro informativo tra la direzione aziendale e tutti i sindacati cui seguirà la convocazione delle assemblee con i lavoratori”.
Bas 05