Summa (Cgil) su dati Inps precariato e jobs Act

"La prudenza dei numeri del Jobs Act, alla quale più volte abbiamo fatto riferimento, è confermata dal rallentamento delle assunzioni a tempo indeterminato che si registra a gennaio secondo il rapporto INPS sul precariato". Lo dichiara Angelo Summa, segretario regionale della Cgil Basilicata. "In relazione al Jobs Act – prosegue –  si ribadisce un richiamo alla prudenza. I suoi effetti sono molto contrastanti. Con riferimento ai dati INPS sui contratti iniziati e quelli cessati nel corso del 2015, la curva di aumento delle assunzioni con contratti a tutele crescenti e delle trasformazioni evidenzia un picco molto forte nel mese di dicembre dello scorso anno. Infatti a fronte di una media di incrementi del 6,7% nei mesi gennaio-novembre, a dicembre il dato è pari al 24,9%. Ma i dati di gennaio del rapporto sul precariato sono ancora più espliciti. In particolare il rapporto dice che:
'Dopo la crescita delle posizioni lavorative registrata a consuntivo 2015 e la forte accelerazione delle assunzioni a tempo indeterminato a fine anno, si registra, all’inizio del 2016, un evidente rallentamento di queste dinamiche. Opportuno ricordare che dicembre 2015 era l’ultimo mese per fruire dell’esonero triennale e si sono avuti in quel mese circa 380.000 rapporti di lavoro instaurati (attivati o trasformati) con esonero contributivo, pari a quasi quattro volte la media degli 11 mesi precedenti (106.000).
Le assunzioni (attivate da datori di lavoro privati) a gennaio 2016 sono risultate 407.000, con un calo di 120.000 unità (–23%) sul gennaio 2015 e 94.000 unità (-18%) sul gennaio 2014. Il rallentamento ha coinvolto soprattutto i contratti a tempo indeterminato (–70.000, pari a 39%, sul gennaio 2015 e -50.000, pari a -32%, sul gennaio 2014).
Le dinamiche descritte consentono di registrare, per gennaio 2016 un saldo mensile, tra assunzioni e cessazioni, positivo e pari a 112.000 posizioni lavorative, in linea con quanto avvenuto negli anni precedenti. Il saldo di gennaio 2016 (+112.000) è nettamente inferiore a quello registrato a gennaio 2015 (+166.000), trainato allora tuttavia dalle assunzioni con contratti a tempo indeterminato con esonero contributivo. Su base annua, il saldo consente di misurare la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro. Questo permette di valutare meglio i cambiamenti in corso rispetto alle peculiari dinamiche del 2015. I prossimi mesi ci diranno quanto forte è la decelerazione della crescita occupazionale. Il saldo annualizzato a gennaio risulta positivo (+509.000) ma inferiore a quello registrato a dicembre (+563.000)'.
"Anche in Basilicata – aggiunge Summa –  la dinamica evidenzia una chiara inversione della tendenza, con particolare riguardo alle variazioni registrate da gennaio a gennaio negli ultimi due anni. Già in riferimento a gennaio 2014 si può notare un rallentamento, ma la dinamica è ancor più evidente sul 2015.
Si riduce la percentuale delle trasformazioni (-26,8%), si riduce la percentuale dei nuovi rapporti di lavoro, passando dai 4991 nuovi posti del gennaio 2015 ai 4175 del gennaio 2016, con una percentuale pari a -57,7%, più alta in Italia. Anche sul dato delle trasformazioni a tempo indeterminato da contratto a termine si registra un primato negativo (-29,5%). In Italia il dato sui nuovi assunti varia dai più 90mila circa del 2015 ai circa 37mila del 2016.
In particolare nelle fasce più giovani e tra i maschi si registra una variazione in negativo pari a -38% tra i 15 e i 29 anni, -41% tra i 30 e i 39 anni. Per le stesse due fasce il rallentamento è ancora più marcato per le donne, con una variazione compresa tra -39,7% e -43,4%. Complessivamente le assunzioni (contando dunque anche i contratti a tempo determinato e i contratti di apprendistato), registrano una quota del -16,3% rispetto allo stesso mese del 2015. Contestualmente si è registrata una pur minima variazione in positivo dei contratti a termine e in apprendistato, numeri per così dire fuori statistica, ma che comunque contrastano con i dati precedenti.
Vanno precisate due cose. La prima è relativa al flusso in uscita degli over 50, per i quali bisognerà attendere un più puntuale quadro relativo al prolungamento in lavoro. Infine va detto che la variazione netta tra assunzioni e cessazioni è comunque positiva – anche se minore se si considera il rapporto tra il 2015 ed il 2014 – ma i segnali che provengono dall’ultimo rapporto sul precariato pongono con tutta evidenza il fallimento del Jobs Act sulla dinamica occupazionale, che oltre ad aver accentuato l’accettazione di uno standard lavorativo con minori tutele, non verifica neppure la portata della spinta occupazionale, quest’ultima piuttosto frutto delle decontribuzioni".

BAS 05

    Condividi l'articolo su: