"Il movimento democratico che si sta creando sulla disapplicazione di alcune norme inerenti al decreto sicurezza non può attraversare silente la Basilicata. La gravità delle norme contenute in questa legge richiede una risposta netta da parte degli amministratori lucani".
A comunicarlo, in una nota, Angelo Summa, segretario generale CGIL Basilicata.
"Calpestando diritti costituzionali fondamentali – afferma Summa – , i comuni non possono più rilasciare a chi ha un permesso di soggiorno la carta d'identità e i servizi, come l'iscrizione ai centri per l'impiego o al Servizio sanitario nazionale, affidando l'assistenza alla salute al solo servizio medico e infermieristico offerto nel centri di accoglienza e al pronto soccorso. Quello all’iscrizione all’anagrafe è un diritto elementare: dice semplicemente che una persona esiste ed è radicata in un determinato territorio. Non riconoscerlo determina una discriminazione nel godimento di fondamentali diritti ad esso connessi, quali il diritto alla salute che si concretizza nell’accesso all’assistenza sanitaria pubblica che in questo caso verrebbe negata in palese violazione dell’articolo 32 della nostra carta costituzionale"
"Gravissima – prosegue il segretario generale CGIL Basilicata – è poi la cancellazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari scelta che, oltre ad essere aberrante dal punto di vista umano, determinerà che un gran numero di stranieri, ben lungi dall'essere rimpatriati, resterà sul territorio da irregolare , condannato a vivere di espedienti col rischio reale di trasformare il decreto sicurezza in un decreto insicurezza. Il Decreto Sicurezza è figlio di una cultura xenofoba che ha individuato il nemico nello straniero ed è frutto di una legiferazione che va in senso contrario ad una scrittura di norme costituzionalmente orientata. Si tratta di norme di pura propaganda che, in nome di una paventata sicurezza, cancellano un principio fondamentale del nostro ordinamento che è quello della integrazione e dell'accoglienza e ledendo apertamente l’imprescindibile principio di uguaglianza che pervade tutta la nostra Costituzione".
"Per questo – conclude Summa – chiediamo ai Sindaci lucani di dare indicazione, sulla falsariga di quanto sta già accadendo in altri importanti comuni italiani, agli uffici anagrafe di disapplicare la norma che impedisce l'iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo facendo sentire anche in Basilicata una voce di protesta da parte degli amministratori locali".