La discussione aperta da una relazione del presidente della prima Commissione Vincenzo Santochirico
“L’esperienza del quarantennio trascorso, la riforma del titolo V, le leggi sul federalismo amministrativo e fiscale, concorrono a rafforzare il convincimento che la Regione deve potenziare il suo ruolo strategico, la sua capacità di conoscenza del territorio, e di visione generale, quindi di programmazione e di governo di area vasta, di sintesi dell’insieme delle istanze territoriali, alleggerendosi perciò del carico amministrativo diretto, evitando conflitti col sistema delle autonomie locali e funzionali infraregionali, anzi assumendone il coordinamento e sostenendone il potenziamento”. Lo ha detto il presidente della prima Commissione consiliare permanente del Consiglio regionale, Vincenzo Santochirico (Pd), che ha svolto oggi in Aula una relazione sul tema della riforma dello Statuto regionale.
Santochirico ha fatto riferimento a “sei nuclei tematici”, intorno ai quali occorre sviluppare la riflessione: i principi generali, il sistema politico istituzionale, il sistema pubblico regionale, il sistema regionale interistituzionale, il rapporto fra istituzioni regionali e società regionale ed il rapporto con le istituzioni extraregionali. “Il recupero di una funzione generale da parte delle Regioni – ha aggiunto il presidente della prima Commissione – consentirebbe di concentrarsi nella elaborazione di politiche territoriali, nella programmazione di azioni che consentano al Mezzogiorno nel suo insieme di raggiungere livelli più avanzati di progresso e benessere. Se si ricompongono in una cornice unitaria il ruolo strategico delle Regioni, una funzione della classe politica più di governo e un protagonismo degli enti locali, che valorizza la relazione di prossimità come elemento di maggiore trasparenza e controllo dell’azione pubblica, si può cogliere l’opportunità dello Statuto per un’opera di rilegittimazione e rigenerazione della politica”.
A parere di Luigi Scaglione (Pu), è auspicabile che “idee di decentramento, difesa di identità sociali e di minoranze, rispetto delle titolarità delle autonomie locali, volontà di partecipazione”, non passino in secondo piano “rispetto all'agenda che il Governo nazionale ha tentato di dare riducendo spazi, forme, sistemi di garanzia, anche per gli eletti dal libero popolo lucano”. Per il capogruppo dei Popolari uniti l’obiettivo resta quello di”costruire una regione moderna ed efficiente dove la modernità e la efficienza sono legati alla capacità di utilizzare bene le risorse a propria disposizione”.
Alfonso Ernesto Navazio (Ial) ha proposto di affiancare al Consiglio regionale un “Consiglio delle Autonomie locali”, come “risposta possibile all’esigenza di maggiore rappresentatività e pluralità nei processi decisionali. Il rapporto fra Regioni e Autonomie locali apre un grande spazio di inventiva statutaria: se le Regioni non saranno più un ente autoriferito, mimetico e riproduttivo dei vizi del centralismo statale, ma uno strumento di organizzazione dei territori, ovvero una federazione di autonomie”. Per l’esponente di “Io amo la Lucania” occorre cioè “orientarsi verso un nuovo modello di governante territoriale”, passando “dalle ‘Regioni soggetto’ alle ‘Regioni funzione’, potere federato capace di valorizzare le autonomie ordinando ed accompagnando il protagonismo delle tante soggettività locali”.
Gennaro Straziuso (Pd) ha espresso soddisfazione per la decisione di trattare la materia dello Statuto in prima Commissione. “Fra il federalismo sempre annunciato e il neocentralismo sempre più praticato – ha detto – non tutto è perduto e si ha la percezione che ci si sta muovendo nella direzione giusta. Occorre superare con armonia le tante criticità presenti – ha concluso – con la consapevolezza del ruolo istituzionale che stiamo esercitando”.
Riguardo alle recenti disposizioni del governo in tema di autonomie locali, Franco Mattia (Pdl) ha ricordato “le posizioni comuni e condivise dei presidenti delle Regioni, sia di centrosinistra che di centrodestra”, che chiedono “vengono stralciate integralmente le norme contenuti negli articoli 14, 15 e 16, riferite ai trasferimenti statali alle Regioni, che interagiscono sull'autonomia finanziaria delle Regioni, perché considerati incostituzionali”. Ha inoltre affrontato i temi della governance territoriale e della legge elettorale, proponendo l’abolizione del “listino” e l’introduzione della seconda preferenza. “Se attorno al processo statutario – ha concluso – si svilupperà un dibattito ampio ed approfondito avremo sicuramente riavvicinato le istituzioni regionali all'intera società e contribuito al superamento dello scontro politico istituzionale in atto che va governato e ricondotto a proposte concrete”.
(continua)