Il documento impegna la Giunta regionale a farsi interprete delle istanze dei lavoratori, delle organizzazioni sindacali e dei bisogni dei cittadini in sede di Conferenza delle Regioni, per garantire tale servizio in tutti i Comuni
Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una mozione, frutto di due analoghi documenti proposti dal consigliere regionale del Gruppo misto Giannino Romaniello e dal capogruppo di Lb-Fdi Gianni Rosa, con la quale si impegna la Giunta regionale “a farsi interprete in sede di Conferenza delle Regioni delle istanze dei lavoratori, delle organizzazioni sindacali e dei bisogni dei cittadini lucani, al fine di garantire la rete degli sportelli postali in tutti i Comuni della nostra regione, considerato che Poste italiane, che gestisce i risparmi dei cittadini, non può mettere al primo posto l’interesse privatistico a scapito di quello pubblico e sociale”.<br /><br />Con il documento si chiede inoltre alla Giunta “ad assumere tutti i provvedimenti necessari per rivedere, di concerto con le parti interessate, l’accordo sui nuovi modelli di recapito della posta e di operare una diversificazione rispetto all’accordo nazionale al fine di includere nella Linea Plus (prevista per le città di Potenza, Matera e Rionero) tutti i Comuni lucani superiori ai 5 mila abitanti, garantendo, così, un’equità di servizio sull’intero territorio regionale”.<br /><br />“Poste italiane – si legge ancora nel testo della mozione – ha avviato la seconda tranche di collocamento sul mercato del proprio capitale e la sua privatizzazione porterebbe inevitabilmente ad una razionalizzazione in chiave privatistica dei servizi della società, i cui interessi entrerebbero in contrasto con le caratteristiche di servizio pubblico che il servizio postale invece riveste, con grave danno per gli utenti. Emblematico quanto già accaduto in Basilicata con la decisione dell’azienda di mantenere una sola unità per tutta la regione sulla ‘linea editoria’, che avrebbe dovuto garantire il recapito giornaliero dei quotidiani, oppure i tentativi, solo temporaneamente sventati, di chiusura di sedi o di aperture a rotazione nei piccoli Comuni”.