Spending review, Uil: valuteremo iniziative da mettere in campo

“Nei prossimi giorni valuteremo le iniziative da mettere in campo per ottenere le necessarie modifiche al decreto sulla spending review e in particolare rifletteremo sulle conseguenze per i servizi essenziali ai cittadini lucani, la garanzia del mantenimento dei posti di lavoro e degli uffici del pubblico impiego, i tagli al servizio sanitario regionale, che è l’aspetto che più ci preoccupa”. A sostenerlo è il segretario regionale della Uil lucana Carmine Vaccaro.
“Il provvedimento – aggiunge – non scioglie i veri nodi su cui occorre incidere per una strutturale razionalizzazione della spesa pubblica, pur cominciando ad affrontare la questione dei risparmi. Il decreto, dunque, non segna la svolta che ci saremmo aspettati dal governo del tecnico Monti in merito alla riduzione dei costi della politica. I lavoratori del pubblico impiego finiscono, così, per pagare, da soli e subito, il conto di un’inefficienza ascrivibile solo ai limiti del livello politico, che esce sostanzialmente indenne dai tagli. Il Paese non può permettersi di sopportare questa condizione, in un momento in cui retrocede il lavoro e il livello di vivibilità di lavoratori e pensionati. Per quanto riguarda la spesa sanitaria non vi è nessuna opera di riorganizzazione e riqualificazione della stessa, ma un’altra manovra di tagli lineari che compromette il diritto dei cittadini alla tutela della salute e alle cure. Quindi a ben vedere non ci troviamo di fronte né a una spending review, né alla riqualificazione della spesa pubblica e neanche a un’eliminazione degli sprechi. Questa superficiale operazione – continua Vaccaro – mette in discussione il servizio sanitario nazionale, che nel nostro Paese giova ricordarlo è universale e pubblico, e che per decenni ha funzionato quale strumento di equità sociale e fattore di sviluppo.
Inoltre continuano a mancare misure concrete per la crescita e l’occupazione, mentre siamo allarmati dall’impatto che si preannuncia per il Mezzogiorno e che secondo un primo studio Svimez è destinato ad acuire il divario con il Centro-Nord in termini di Pil (che sfiora il 3%) e di riduzione di servizi”.
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