Sostegno alla maternità, Mollica: una pdl che va discussa

Per l’esponente dell’Udc “questa proposta non interferisce né con la legge 194/78 che resta un caposaldo ed un riferimento imprescindibile né con altri provvedimenti già in vigore su scala regionale e nazionale”

&ldquo;La proposta di legge sul sostegno alla maternit&agrave; sta giustamente stimolando un dibattito sociale a pi&ugrave; voci che convince ancor pi&ugrave; sulla positivit&agrave; dell&rsquo;azione legislativa posta in essere dalla vasta maggioranza dei consiglieri regionali&rdquo;. Lo afferma il capogruppo dell&rsquo;Udc, Francesco Mollica che sottolinea: &ldquo;la pdl investe s&igrave; una sfera estremamente privata dell&rsquo;universo femminile, ma &egrave; una vera emergenza sociale e, come tale, coinvolge fortemente anche la famiglia, la paternit&agrave;, il popolamento delle regioni a rischio spopolamento e lo svecchiamento delle future generazioni. Essa va, pertanto, discussa perch&eacute; come base di partenza ha un tema appassionante che non pu&ograve; limitarsi ad espressioni di comodo o a moralismi al contrario. Inoltre, la spinta elettiva di questa proposta di legge muove dalla forte voglia di fare qualcosa a sostegno di giovani madri in difficolt&agrave; che certo non si limiter&agrave; ad un mero sostegno economico per soli 18 mesi che pure, in certi momenti, pu&ograve; anche significare qualcosa&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Il Consiglio regionale tutto &ndash; prosegue Mollica – non mancher&agrave; di chiedere in ogni modo all&rsquo;esecutivo di occuparsi di sostenere questa fascia anche lottando contro la povert&agrave; dilagante in questa terra, sostenendo l&rsquo;imprenditoria, migliorando le condizioni di lavoro, lo sviluppo territoriale e le condizioni in cui versano le famiglie lucane e le giovani generazioni. E&rsquo; fuor di dubbio che anche questi temi saranno ben attenzionati e non solo per la lotta contro l&rsquo;aborto. Questa proposta, inoltre, non interferisce n&eacute; con la legge 194/78 che resta un caposaldo ed un riferimento imprescindibile attraverso il quale lo Stato ha inteso porre fine a pratiche abusive di interruzione di gravidanza n&eacute; con altri provvedimenti gi&agrave; in vigore su scala regionale e nazionale e/o sollecitati dalle Province, dai Comuni e nel mondo. Con la legge 194 si &egrave; consentito alle donne di scegliere liberamente, potendosi avvalere anche di strutture ormai al fallimento, quali i consultori, ma con la normativa successiva si &egrave; cercato di completarla, si tenta di superarla e di renderla consona al tessuto sociale&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Riteniamo, infine, di essere in linea con altri contenuti legislativi che &ndash; conclude l&rsquo;esponente dell&rsquo;Udc – parlano di &lsquo;procreazione cosciente e responsabile&rsquo; e &lsquo;valore sociale della maternit&agrave; e tutela la vita umana dal suo inizio&rsquo; nonch&eacute; con dettati normativi che chiedono allo Stato, alle Regioni ed agli enti locali, nell&#39;ambito delle proprie funzioni e competenze, di promuovere le iniziative necessarie per evitare che l&#39;aborto sia praticato con secondi fini (limitazione delle nascite) o che l&rsquo;interruzione di gravidanza, con tutti i risvolti psicologici negativi che provoca, colpisca soprattutto o solo le donne indigenti. Nessuno, in questa materia, si permetter&agrave; di aver &lsquo;lanciato la pietra e di nascondere la mano&rsquo;. Il problema esiste, va affrontato e approfondito. Questo pu&ograve; essere solo un primo passo, mosso nella pi&ugrave; grande buona fede e al quale non ci si poteva sottrarre, ma che aspetta soltanto di essere arricchito e completato dal contributo di tutti. Associazioni femminili, organismi di genere, donne in primis&rdquo;.&nbsp;

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