Il Presidente del gruppo consiliare di Realtà Italia ha presentato in Aula una mozione sull’adozione di provvedimenti impeditivi della soppressione del distretto della Corte d’Appello di Potenza
“Le in trascurabili esigenze di riduzione della spesa pubblica che hanno mosso l’azione di Governo degli ultimi anni – dice Galante – hanno portato ad una serie di riforme di diversi settori, nella misura di un ridimensionamento degli uffici pubblici. Non è stato immune da riordini neppure il sistema giudiziario, che, con i decreti legislativi nn. 155 e 156 del 2012, ha determinato la scomparsa di molti tribunali italiani e uffici dei giudici di pace. La ratio di detti decreti è senza dubbio nobile, altrimenti non potrebbe dirsi di provvedimenti preordinati all’abbattimento dei costi di uffici non indispensabili ad assolvere le funzioni per le quali sono stati istituiti. Tuttavia, non può non considerarsi che il legislatore ha, evidentemente, trascurato o sottovalutato il riscontro che le norme suindicate potessero avere, come in effetti hanno avuto, sulle popolazioni interessate, un impoverimento economico e culturale nonché notevoli disagi logistici, senza alcun risparmio per le casse dello Stato.”<br /><br />Tornando sui d.lgs. del 2012, Galante afferma: “Poco allora si fece per approntare una battaglia contro una riforma che ha visto numerosi Comuni lucani spogliati di uffici giudiziari rappresentanti una fonte di reddito, un motivo di orgoglio e uno strumento agevole di accesso alla giustizia per quei cittadini che, nell’impossibilità di accollarsi costi aggiuntivi rispetto alle spese legali e giudiziarie, hanno, poi, desistito dal richiedere tutela legale”.<br /><br />Sull’attuale riordino proveniente dal Governo Centrale, Galante aggiunge: “Oggi, vox populi narrant che il Governo Centrale stia maturando l’idea di un nuovo riordino degli uffici giudiziari che vedrà la scomparsa di alcuni distretti di Corte d’Appello. Un riordino che, questa volta, avrebbe effetti catastrofici per la Regione Basilicata. La soppressione del distretto di Corte d’Appello di Potenza sarebbe, di certo, una piaga per l’economia e l’identità lucana, un colpo che il popolo lucano non può lasciarsi infliggere, un fatto che le istituzioni non devono permettere che accada.”<br /><br />Nelle parole del consigliere regionale lo scenario che potrebbe delinearsi: “La Corte d’Appello di Potenza scomparirebbe, trascinando con sé anche gli uffici della Direzione Distrettuale Antimafia, il Tribunale per i Minorenni, il Tar di Basilicata e il Tribunale per il Riesame. Questa cancellazione determinerebbe il trasferimento a Salerno o, al peggio, a Catanzaro non soltanto degli uffici materiali, ma di tutta l’utenza di una Regione che resterebbe sconosciuta all’organizzazione giudiziaria nazionale. Quanto di razionale ed efficiente possa esserci in questa riforma è di difficile comprensione. Più evidenti, invece, sono le conseguenze disastrose che l’assenza di organi giudiziari avrà sulla nostra regione: il dispendio economico che i cittadini lucani saranno costretti ad affrontare, l’azione deterrente sulla scelta della popolazione lucana di adire le vie giudiziarie per tutelare le proprie posizioni giuridiche pregiudicate, l’irrilevanza e l’oblio in cui la nostra terra scomparirà sullo scenario, non solo giudiziario, ma anche politico nazionale”.<br /><br />“Quasi certamente – sostiene Galante – il Governo investirà dell’incarico di vagliare l’opportunità di una rivisitazione della geografia giudiziaria la stessa Commissione che, con d.lgs n. 155 del 7 settembre 2012, aveva ritenuto necessaria la soppressione, tra gli altri, del Tribunale di Melfi e il suo conseguente accorpamento al Tribunale di Potenza. Detto provvedimento, come è noto e comprovato, ha determinato molteplici disagi organizzativi e burocratici, non soltanto per il personale impiegato e per i professionisti impegnati nelle attività giudiziarie, ma anche per i cittadini, parti processuali e testimoni, che si sono trovati ad affrontare costi e difficoltà logistiche ulteriori rispetto alle già esose spese di giudizio. Il risultato, dunque, di una riforma costruita nell’ottica di un risparmio delle risorse finanziarie pubbliche è stato, invece, evidentemente paradossale, giacchè ha comportato un aggravio di spese per lo Stato e per i cittadini. L’orientamento pregresso della Commissione sopra citata lascia presagire l’indirizzo infelice che la stessa potrebbe seguire nell’individuazione della soluzione più idonea al contenimento dei costi dell’estabilishment della Giustizia Italiana.”<br /><br />Nell’ultima nota della mozione del consigliere Galante si legge: “Il gruppo consiliare di Realtà Italia e i consiglieri che sottoscrivono la presente, impegnano La Giunta regionale della Basilicata ad informarsi, prioritariamente e puntualmente, sulla posizione del Governo centrale in ordine alla questione sollevata e ad adottare i provvedimenti che riterrà più adeguati a scongiurare la capitolazione del distretto della Corte d’Appello di Potenza. All’uopo, invita la Giunta a riferire, in tempi congrui, al Consiglio regionale della Basilicata sulle risultanze delle indagini che avrà compiuto nonché sulle modalità con le quali intenderà procedere per evitare il fenomeno la cui realizzazione dobbiamo evitare”.<br /><br /><br /><br /><br /><br />