Per il consigliere regionale di Idv “si continua a sottovalutare cosa ha rappresentato e prodotto l’alluvione e quali sono gli effetti del diffuso dissesto del suolo”
“Nel leggere, oggi, su quotidiani nazionali che nell'elenco del Cnen, risalente al 1979, oggetto dell'interrogazione del gruppo del Pd alla Camera, che denuncia l'esistenza di una mappa di siti nucleari nascosta dal Governo, risulta l’inclusione di tutta la costa jonico -metapontina, abbiamo pensato ad uno scherzo di cattivo gusto”. E’ il commento del consigliere regionale di Idv, Nicola Benedetto.
“Accade infatti che, mentre, il Consiglio regionale in due sedute straordinarie è impegnato a fare il punto dei gravissimi danni provocati dalle alluvioni del primo marzo nel Metapontino – aggiunge – in organismi governativi, che da tempo stanno studiando i siti per le centrali nucleari, nessuno ha avuto il buon senso di cancellare l’area metapontina. Evidentemente si continua a sottovalutare cosa ha rappresentato e prodotto l’alluvione, quali sono gli effetti del diffuso dissesto del suolo, non a caso definito un mini-tsunami da geologi e studiosi che hanno visitato l’area. E proprio come quanto è accaduto in Giappone per la centrale nucleare di Fukushima per effetto di terremoto e tsunami non si può ignorare il grande rischio di alluvioni, tra l’altro ripetute negli anni, né quello del dissesto e tanto meno quello sismico. Motivi in più per dire no al nucleare nel Paese, dopo i ripensamenti della cancelliera tedesca Merkel e persino del presidente Usa Obama e, soprattutto, per convincere i super-esperti del Ministero per lo Sviluppo Economico ad aggiornare, specie dopo la tragica esperienza giapponese, le proprie mappe dei siti cancellando, definitivamente, la costa jonico-metapontina”.
“Se non è bastata la protesta popolare di Scanzano Jonico ritengo – conclude Benedetto – che tra gli scienziati debbano prevalere questi rischi del territorio, fattori scientificamente provati”.