Singetta: quali tempi per piena attuazione registro tumori?

Nell'interrogazione si evidenza che “nonostante la delibera di Giunta regionale che ha previsto l’istituzione del registro tumori risalga al 2000, i dati sono ancora incompleti e parziali, alimentando ancora di più un clima di sospetto e paura”

Il consigliere Singetta ha interrogato il Presidente della Giunta regionale e l’Assessore alla Salute e Sicurezza sociale per sapere: “se corrisponde al vero che sono ancora molti i Comuni che non hanno fornito i dati relativi all’incidenza delle patologie neoplastiche nel loro territorio e, in caso affermativo, quanti e quali sono e quali azioni sono state poste in essere al riguardo. Singetta chiede, anche, di sapere “se anche l’Azienda ospedaliera S. Carlo ha fornito solo parzialmente i dati e quali azioni sono state attivate ed in che tempi, per averli. Il consigliere intende, inoltre, conoscere “i tempi previsti per la piena attuazione del registro tumori”.

“Il ‘problema’ dell’aumento delle malattie tumorali – dice in premessa Singetta – riguarda tutto il mondo occidentale. In Basilicata, l’attenzione verso le tematiche ambientali e le connesse modifiche, da molti considerata la vera causa dell’aumento, è molto alta. Purtroppo, nonostante la delibera di Giunta regionale n.1277 del 2000 abbia previsto l’istituzione del registro tumori (la cui gestione è affidata al Crob), i dati sono ancora incompleti e parziali, alimentando ancora di più un clima di sospetto e paura. La finalità, ovvero raccogliere dati su mortalità, incidenza e sopravvivenza a causa di malattie neoplastiche in modo da poter sviluppare una pianificazione degli interventi di prevenzione, valutarne l’efficacia per affrontare in modo organico la lotta alle patologie tumorali, è certamente apprezzabile, il tempo, vanamente trascorso, censurabile. I lucani – continua Singetta – attendono da troppo tempo i dati del registro tumori. Né valgono, a rassicurarli, gli studi che affermano come le cause ambientali (inquinamento) rappresentino solo il 5 per cento di tutte le neoplasie, contro un 45 per cento delle abitudini di vita. Il trend di crescita delle malattie tumorali, pur con dati non ancora formalmente certificati, dimostra comunque come la nostra regione abbia perso i vantaggi derivanti dalla presenza di minori fattori di rischio, quali soprattutto le abitudini di vita. Di recente, il responsabile del registro tumori, oltre ad aver ammesso il ritardo relativo al cosiddetto accreditamento (che richiede almeno tre anni di attività), ha anche affermato che vi sono 40 Comuni, di cui 8 del Vulture-Melfese, che non hanno risposto alle richieste di dati e che anche l’Ospedale S. Carlo di Potenza ha fornito i dati solo dal 2005”.

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