Singetta (Api): giovani e lavoro la vera priorità

“Al di là di ogni buon proposito e di interventi rivelatisi troppo spesso estemporanei, resta il grave problema dell’occupazione giovanile, vero nodo da sciogliere per una regione che vuole rientrare a pieno titolo nei parametri produttivi europei”

“E’ questo il tema più impellente che deve condizionare ogni azione del governo lucano: ritengo sia giunto il tempo di trovare una soluzione, non parziale né limitata a determinate categorie e professionalità, bensì comprensiva di intere generazioni che da anni vivono, in Basilicata, il dramma della disoccupazione, della inoccupazione e della affannosa ricerca di un posto di lavoro: dobbiamo dare ai giovani la possibilità di esprimere le loro capacità, ma anche la loro attitudine all’innovazione ed alla ricerca, esternando tutta la fantasia e la creatività tipica della gente lucana”.

“Nel convegno di Sabato a Tito illustreremo i contenuti della proposta di legge, quella riconducibile all’agricoltura sociale, che già in altri posti ha dimostrato di poter costituire una buona valvola di sfogo per l’occupazione di alcune categorie di giovani, promuovendo nel contempo il welfare locale. E’ tuttavia evidente che questa può essere una linea guida non certamente risolutiva del problema che va affrontato su larga scala e che ha bisogno di interventi efficaci sia dal punto di vista programmatico che da quello finanziario. Tempo fa – continua Singetta – sottolineavo come fosse importante favorire la formazione con finanziamenti al settore industriale in grado di creare un asset produttivo per garantire occupazione senza ammortizzatori sociali 'tampone' usati per fronteggiare le crisi e per ‘parcheggiare’ giovani disoccupati. Occorre – sostiene Singetta – una forte azione di stimolo nei confronti del Governo regionale affinché ponga definitivamente ed esaustivamente il problema in cima all’agenda politica, focalizzando alcuni punti fondamentali che dovranno realizzarsi, tramite politiche adeguate, per rilanciare l’economia e lo sviluppo della regione. In particolare, l’attivazione di un Credito d’imposta regionale e di un Fondo di Garanzia regionale, che si inseriscano in un ampio progetto di sostegno all’ investimento diretto sul territorio di imprese piccole, medie e grandi è, a mio avviso, un elemento da tenere nella giusta considerazione per procedere ad un riassetto del sistema industriale lucano. I problemi ed il sottosviluppo dell’industria lucana vanno corretti tramite scelte politiche ed interventi per la riqualificazione di strutture, aree industriali in declino e per una necessaria formazione del personale, o per il reinserimento lavorativo. Il Reddito ponte può essere una buona opportunità per i giovani, dando l’input per nuove attività imprenditoriali che fungano da collante tra i giovani stessi ed il territorio, ma anche qui si è in attesa di sviluppi concreti. Per quanto concerne le opportunità di lavoro nella Pubblica amministrazione si è ben consapevoli della situazione di estrema difficoltà nell’inserire forze nuove, senza sottacere le modalità, spesso anomale, utilizzate per dare accesso ai pochi posti disponibili”.

“Quello che realmente occorre – sostiene Singetta – è la volontà propositiva di riorganizzazione degli schemi produttivi locali. Vi è la necessità di definire una programmazione strategica del territorio, ampliando i mercati locali e definendo una politica di apertura, sostenendo ricerca e innovazione ed ampliando i canali di finanziamento alle imprese. La Basilicata deve risanare il gap tra un settore primario qualificato, ma ancora poco innovativo, ed un sistema industriale non capillare e ancora troppo dipendente dalle ‘benemerenze’ di imprenditori non lucani che qui insediano le proprie attività: bisogna riconsiderare, dunque, il rapporto fra territorio e professionalità e, soprattutto, tra politica e soggetti sociali. Più investimenti vuol dire più sviluppo, e più coesione sociale vuol dire un migliore circuito produttivo e maggiori opportunità di lavoro per tutti”.

“Spesso si parla del territorio e delle sue risorse in una maniera che finisce per diventare retorica, se non addirittura stucchevole. Più che di parole c’è bisogno di fatti, di interventi concreti che portino il territorio a svilupparsi lungo varie direttrici; c’è bisogno di uno sviluppo capace di integrarsi con le realtà locali e con le esigenze di ramificazione extra-locale, specie per quanto riguarda lo sviluppo del turismo. Vi è la necessità di un’azione sinergica degli Enti locali – ha continuato Singetta – tale da poter affrontare i problemi dell’agricoltura e dei vari settori che vivono momenti di crisi, per offrire una prospettiva sistemica. La valorizzazione dei prodotti, ad esempio, deve tendere verso una crescita produttiva ed occupazionale, in grado di dare nuovo slancio al trinomio ambiente – territorio cultura. Ritengo, inoltre, utile verificare quali siano stati i risultati delle precedenti iniziative rivolte al mondo accademico ed ai giovani laureati che hanno potuto conseguire la specializzazione o seguire corsi di perfezionamento anche all’estero tramite le borse di studio. La Regione non è certo stata ferma (basta pensare all’attenzione nei confronti della cultura in generale, e del mondo universitario in particolare, con l’ aumento del contributo da erogare annualmente all’Università degli Studi della Basilicata): ma anche qui sarebbe necessario sapere quale sia stato il costo complessivo sostenuto per i “Master”, se esiste un elenco dei beneficiari e se gli uffici regionali ne conoscono l’eventuale ambito lavorativo sia all’epoca dell’erogazione del contributo che dopo la fine del corso di specializzazione e di perfezionamento. Per quanto concerne il Patto con i giovani, poi, bisognerebbe conoscere i risultati ottenuti in merito all’inserimento lavorativo, così come stabilito in sede di Commissione con i responsabili del dipartimento regionale. Tutto questo considerando che il provvedimento prevedeva una strategia a lungo termine i cui frutti e le cui risultanze sono ancora in itinere essendo le linee progettuali, attestate ai vari Dipartimenti, non ancora monitorate e classificate in via definitiva. Al di là del costo complessivo degli interventi messi in campo, fondamentale è capire quali e quanti posti di lavoro siano stati creati attraverso le varie assi di intervento, nonché l’elenco analitico delle aziende finanziate, dei contributi ricevuti e dei beni acquistati e se siano stati attivati controlli per verificare le modalità di spesa e l’oggetto dell’intervento”.

“Resta, comunque, il fatto incontestabile delle enormi difficoltà che i giovani lucani incontrano per l’inserimento nel mondo produttivo e questo, è bene ribadirlo, nonostante da anni in fase di relazione programmatica si scrivano intere pagine e si illustrino percorsi più che diversi, diversificati, ma in effetti riconducibili ad una unica matrice, per affrontare la questione divenuta sociale ancor prima che economica. Ecco, ci pare davvero giunto il momento di intervenire, magari facendo fronte comune ed attivando, questa volta concretamente, ogni canale utile per trovare sbocchi occupazionali, non lasciando cadere nel dimenticatoio alcune iniziative, a nostro giudizio, valide già presentate. E’ ormai uno stereotipo dire che i giovani sono il futuro, non solo per la Basilicata; basta solo, dunque, non lasciarli inaridire abbandonandoli al proprio destino di emigranti o, peggio ancora, di menti incomprese”.
 

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