Sindaco di Tursi su candidatura patrimonio Unesco della Rabatana

Il Sindaco della Città di Tursi Salvatore Cosma esprime – in una nota –  "viva soddisfazione per l’approvazione dell’emendamento alla Legge di variazione al bilancio della Regione Basilicata, proposto dal capogruppo del Pd in Consiglio regionale Roberto Cifarelli (art. 29 della L.R. 18 del 30.06.2017), con il quale è stata stanziata la somma di € 50.000,00 finalizzata alla redazione del dossier di candidatura per il riconoscimento nella lista del Patrimonio UNESCO, tra le altre, della Rabatana di Tursi, che pone in atto un importante elemento di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale -tangibile e intangibile- del territorio lucano rappresentato dai tre nuclei urbani delle Rabatane di Tricarico, Pietrapertosa e Tursi, il cui percorso era iniziato con la stipula di un protocollo d’intesa tra le municipalità interessate e che è stato proficuamente perseguito dal C.d.A., dal suo Presidente prof. Umberto Piezzo e da tutti i collaboratori della Fondazione “LA RABATANA”, istituita nel 2014 dall’Amministrazione comunale di Tursi per la tenacia e la lungimiranza dall’allora Sindaco avv. Giuseppe Labriola, ai quali esprimo il più sentito ringraziamento per il raggiungimento di tale importante risultato per la nostra comunità.
Questi tre nuclei urbani – prosegue Cosma –  sono le uniche testimonianze ad oggi conosciute dello sviluppo dei siti militari e religiosi del culto islamico in Basilicata che si sono sviluppati nel tempo in quartieri e borghi con caratteristiche specifiche che li rendono testimonianze uniche dell’antropizzazione del territorio lucano e della contaminazione dei culti religiosi islamici, cristiani ed ebraici che si sono fusi in una unica cultura di cui oggi queste tre testimonianze ne rappresentano lo sviluppo nella storia a partire dai primi insediamenti tra IX e il X secolo.
L’importanza storica di questi documenti unici giustificano lo sforzo che la Regione Basilicata, unitamente ai comuni di Tricarico, Pietrapertosa e Tursi hanno avviato da anni per tutelare e valorizzare questi centri urbani che certamente rappresentano una unicità di interesse mondiale da inserire nel patrimonio dell’umanità e nella lista UNESCO.
L’avvio della procedura internazionale per la candidatura delle Rabatane di Tricarico, Pietrapertosa e Tursi quali siti UNESCO rappresenta un impegno rilevante per tutto il territorio lucano e permette di aumentare l’interesse mondiale di questi luoghi all’interno dell’importante programma che si avvierà nel 2019 con Matera Capitale della cultura europea.
Le caratteristiche di questi tre siti culturali e naturali rispondono alle precise richieste formulate dalla Commissione Nazionale Italiana per I'UNESCO che si dovrà occupare di presentare queste tre candidature nell’ambito della “Lista del Patrimonio Mondiale culturale e naturale dell’UNESCO”.
Tra i criteri culturali che un sito deve avere per poter essere candidato vi è quello di mostrare un importante interscambio di valori umani in un lasso di tempo o in un'area culturale del mondo, relativamente agli sviluppi dell'architettura e dell'urbanistica e rappresentare una testimonianza unica o eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa.
Questi elementi – sottoinea il sindaco di Tursi –  rappresentano le basi che si stanno studiando a Tursi per individuare tutti quei fondamenti originari che hanno permesso nel tempo di sviluppare il sito urbano della Rabatana che oggi è ancora possibile visitare.
Certamente Tursi e forse anche Montalbano Jonico, sono stati i primi avamposti militari arabi della Basilicata. La loro particolare posizione nel territorio, all’inizio delle foci dei fiumi Sinni e Agri con il mare Ionio e sulle colline di sabbia ad altezze tali da poter controllare gli ingressi dal mare all’entroterra lucano attraverso i due fiumi navigabili, hanno indicato i luoghi dove realizzare i RIBAT, termine arabo con cui venivano indicate, durante il Medioevo islamico, gli avamposti militari fortificati, destinati ad accogliere i missionari musulmani.
Dunque si è trattato di strutture militari concepite come conventi per mistici dove spesso tali complessi potevano diventare luoghi per la propaganda politica. Queste strutture sono poi state trasformate in luoghi di religiosità cristiana intorno ai quali si sono poi sviluppati tutti gli altri nuclei urbani che oggi compongono il palinsesto architettonico che conosciamo.
Questo immenso e straordinario patrimonio tangibile e intangibile della cultura lucana, nel caso specifico della Rabatana di Tursi, si trova in condizioni conservative gravi e con il pericolo di perdita di pezzi importanti per la ricostruzione storica.
Per questo motivo l’Amministrazione comunale di Tursi è impegnata da anni nella conoscenza e nel recupero di questo antico nucleo abitativo. Fattivamente il comune di Tursi, al fine di tutelare e valorizzare questo patrimonio, oltre a mettere in sicurezza parti importanti del territorio e realizzare una serie di infrastrutture materiali per una migliore conservazione e valorizzazione, ha costruito una struttura in house finalizzata alla realizzazione di un sistema di gestione del patrimonio culturale tursitano.
La forma scelta è stata quella della Fondazione di partecipazione concepita come un soggetto economico con competenze specifiche nei settori della conservazione e gestione di beni culturali. Il nome dato alla Fondazione è quello della “RABATANA” ed è una struttura complessa collegata al Dipartimento per i beni culturali dell’Ufficio Tecnico comunale supportata da un Comitato Tecnico, Scientifico e Culturale, di emanazione esclusiva del comune di Tursi, composto da eminenti docenti universitari provenienti dalle principali università campane, dall’Università della Basilicata, dalla Bocconi e dal CNR. A questa struttura è dato il compito di indicare le linee guida operative, effettuare studi e ricerche specifiche ed esprimere giudizi sulle scelte individuate.
Alla Fondazione “La Rabatana” è data la funzione di progettare e programmare il recupero, la valorizzazione e la gestione dell’antico quartiere della Rabatana, individuando le forme di finanziamento pubblico e privato necessarie alla realizzazione degli interventi, delle infrastrutture materiali ed immateriali e la costruzione del sistema gestionale e produttivo. In questo senso si è predisposto il progetto di sistema denominato “Basìraba”. Questo progetto è stato presentato in convegni nazionali con esperti delle principali università italiane e il CNR. Inoltre lo stesso progetto, con le diverse articolazioni programmatiche, è stato presentato alla Regione Basilicata per ottenerne i pareri di fattibilità e il suo possibile inserimento all’interno di speciali progetti strategici di sviluppo della cultura e dell’economia legata al turismo culturale.
Il complesso sistema di tutela, necessario a conservare questo unico sito culturale, prevede necessariamente l’utilizzo di strumenti sovracomunali e sovranazionali che possono anche essere rappresentati dalla candidatura al Patrimonio UNESCO.
Per questa finalità, il comune di Tursi aveva già avviato la procedura di studio, affidando dal 13 giugno 2016, alla Fondazione “La Rabatana”, l’incarico di seguire l’intero iter e predisporre quanto necessario per candidare l’antico quartiere della Rabatana al patrimonio dell’UNESCO.
Questo processo – conclude Cosma –  consentirà immediatamente di porre l’antico quartiere della Rabatana di Tursi al centro di un interesse mondiale per il recupero e la sua valorizzazione e, nel contempo, costituisce un messaggi chiaro ed inequivocabile per gli investitori internazionali sulle modalità con le quali questo territorio intende svilupparsi e organizzarsi per il futuro al fine di acquisire parti significative del mercato del turismo culturale, in coerenza con gli obblighi della tutela e della responsabilità verso il patrimonio di cui dispone da consegnare alle future generazioni".

Bas 05

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