"I consorzi industriali della Basilicata, strutture anomali privi di soci, quindi non consorzi, da qualche anno viaggiano verso il superamento dei 100 milioni di debiti. L' Asi di Potenza, con sede a Tito, è in "bancarotta" da tempo. Resiste per l'inerzia dei controllori competenti che scrivono rapporti,chiedono consulenze monitorano la fine senza prendere decisioni". Lo afferma, in un comunicato stampa, Pietro Simonetti, centro studi e ricerche economico-sociali.
L'ultima trovata è il passaggio del contratto dei servizi dall'Argaip in liquidazione, in proroga da anni, anche dopo la gara assegnata per cinque anni e caducata con provvedimento personale privo di valore giuridico da parte degli organi di amministrazione. Con un "Disposto si è provveduto da Argaip in liquidazione, che ha trasferito i debiti Equitalia ad Asi, a" Giuzio ambiente", vecchio gestore in ati con altri a nuovo nome. Oltre 3 milioni in affidamento ultra veloce.
Lo strumento è nuovo: occorre innovare, non la gara, neanche la trattativa privata oppure una qualsiasi cosa limitata alla situazione disperata.
Quindi il "disposto" con tanto di schema di contratto a prezzo pieno, siglato dall'amministratore dimissionario ,in sintesi una specie di Ukase zarista senza destinatari ma fonte e generatrice di fatturazioni già pervenute alla committente.
In un recente incontro con le parti sociali, raccontano i delegati sindacali,i l nuovo assessore allo sviluppo della regione, incredulo rispetto alle cifre del disastro, alle passate e recenti inadempienze, malgoverno di amministratori e dirigenti mostrava preoccupazione per gli esiti e quindi per la bancarotta.
A Potenza, a differenza della Danimarca del tempo passato, ci sono giudici contabili e ordinari nonchè consigli, giunte e dirigenti oltre alle parti sociali desiderose di fare il proprio dovere. Si è visto recentemente.
E' tempo di agire. Non aspettare che la notula di Minerva scenda di sera per certificare la definitiva distruzione di organismi preposti al sostegno delle imprese , dell'occupazione e delle attività produttive.
Ricordiamo: in Basilicata sono occupati oltre 35 mila lavoratori nell'industria manifatturiera, in percentuale la più alta nel Mezzogiorno, nonostante tutto.
Forse una sola struttura di promozione e gestione, con un gruppo dirigente all'altezza, un percorso di liquidazione e rientro dall'indebitamento senza perdere i crediti, potrebbe limitare i danni e sostenere l'occupazione e le attività produttive. Oltre a giudici occorrono decisori che decidano nell'interesse pubblico".
bas04