“Le notizie legate alla assunzione di dieci geologi lombardi da parte di una azienda che opera in Val’Agri e la certificazione effettuata dall’Istat sulla dimensione del lavoro irregolare in Basilicata segnalano con evidenza e concretezza la grave situazione occupazionale ed economica Lucana”. Lo afferma il presidente del Cseres, Pietro Simonetti.
Sulla vicenda del reclutamento nell’area petrolifera per Simonetti “sorge spontanea una domanda? Perche non si norma il reclutamento della forza lavoro? Anche la Fiat – ricorda – non voleva ma poi cedette”. Per il presidente Cseres “prevale la lamentazione, il gioco di rimessa, lo scarica barile, il rilancio in attesa di atti di benevolenza delle imprese nell’ambito del grande affare rappresentato dal rapporto ENI-Total con le aziende appaltatrici nel gioco dei costi e delle remunerazioni che vedono perdenti i lavoratori lucani e molte delle imprese non strettamente collegate alla tenaglia politica –affari”.
Quanto al lavoro irregolare,Simonetti afferma che “dal dicembre 2011 sopravive in Consiglio Regionale un ddl “norme di contrasto al lavoro irregolare”. In Puglia è gia stato approvato da tempo. Il provvedimento è parte integrante del “Patto di sistema” firmata dalle parti sociali. La proposta, approvata dalle Commissioni, è stata discussa in Aula qualche mese e rispedita in seconda Commissione per una verifica finanziaria. Non è‘ più tornata in Aula e riposa tra gli atti non urgenti dopo le dimissioni del Presidente. Ognuno può farsi un idea dei provvedimenti approvati recentemente e capire che forse non c’è volontà politica a contrastare il lavoro irregolare, in particolare il caporalato”.
Simonetti afferma anche che “domani è previsto un vertice alla Regione per finanziare ulteriormente l’apprendistato. Quale migliore occasione – si chiede – per definire il percorso per l’approvazione della misura di riserva dell’80% per i lavoratori lucani e della normativa sul lavoro irregolare?”.
“Ovviamente – conclude Simonetti – chiediamo troppo ad un gruppo dirigente più propenso agli annunci, al turismo emozionale alla Cultura a venire e piegati alla sindrome della sponsorizzazione elemosinante della Compagnie”.