Simonetti su intitolazione aula Consiglio regionale a Dinardo

“A due anni dalla scomparsa di Raffaele Dinardo, su iniziativa della Regione Basilicata, l’Aula dove si riunisce il Consiglio Regionale porterà il suo nome.
Al tempo delle lacerazioni, dell’insulto che sostituisce il ragionamento e la pratica politica al servizio del Paese e delle comunità, della produzione dell’odio sociale di massa, si è deciso di ricordare una persona che ha fatto della buona politica e dell’impegno sociale la ragione della propria vita. Questo gesto, in una fase come quella attuale, rappresenta una scelta importante non solo per nutrire la memoria e il ricordo ma anche per non distruggere il futuro di una terra”.
E’ il commento di Pietro Simonetti (Cseres) che ricorda Raffaele Dinardo, presidente della Regione Basilicata dal 1995 al 2000.
“Conta il passato degli uomini e la storia del fare che riguarda la storia di generazioni che hanno lottato per la Basilicata, e non solo, incatenata al sottosviluppo, per la democrazia e contro la criminalità organizzata.
Dalla rottura del latifondo, alla lotta per la riforma agraria e l’irrigazione passando al piano di alfabetizzazione, Raffaele Dinardo, nato ad Irsina, ha intrecciato le sue esperienze con tanti uomini e donne democristiani, comunisti, socialisti e senza partito per ottenere le grandi trasformazione che hanno cambiato profondamente la Basilicata, anche sotto la spinta del movimento sindacale unitario.
L’esperienza della Giunta Dinardo va ricordata e descritta come un momento essenziale di un rinnovato slancio per bloccare il declino dell’agire politico nei primi anni Novanta. Uno sforzo unitario per ridare la speranza, ricostruire la partecipazione, battersi per il lavoro e la democrazia: in una parola rimettere al centro la condizione dei lavoratori e dei disoccupati e per un uso diverso delle risorse e dei luoghi della democrazia.
Oggi abitiamo la nostalgia di un futuro migliore e siamo in parte preda della malinconia delle sconfitte della democrazia.
Occorre riprendere la pratica progressista e il ruolo della sinistra, come fecero uomini come Dinardo e moltissimi altri con la partecipazione, il ragionamento, la programmazione per riprendere la strada del pensare e fare.
L’idea di partenza è di mettere in campo un’azione che comunichi la volontà di fare, il proposito di non lasciare ai vincitori di oggi il dominio della parola, della gestione della cosa pubblica e della produzione di paura e di incertezza. Per tutti si tratta di guardare oltre il presente, ma soprattutto di salvare qualcosa che viene dal passato. Al tempo della “uberizzazione” dei servizi, della precarietà del lavoro e dall’incertezza programmata dalle multinazionali e dalle forze del terrore occorre ricordare cosa diceva Raffaele “se cadi hai fallito. La questione è allora un giusto punto di equilibrio:c’è la meta, il movimento e la forza. Tutto va pensato e dosato. Vale per la politica come per la vita”. Oggi quasi tutti dicono tutto mentre cresce a dismisura la vanità dei capi che poi diventano atti vani e inconcludenti per la soluzione dei problemi, l’uso ottimale delle risorse umane e materiali. Ecco l’attualità del pensiero e l’azione di Raffaele e di tantissimi altri, che non approccia celebrazioni o retoriche ma l’essenza dell’agire politico e umano”.

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