"Su Maratea incombe un lento declino, qualche colata di cemento e lo spreco di strutture inutilizzate e prossima preda della speculazione. I fatti sono noti ma c'e' ancora altro. In queste settimane molti hanno evidenziato la situazione venutasi a determinare per varie responsabilta' non ultima la difficolta' della gestione amministrativa. Oltre alla paventata colata di cemento programmata nel raddoppio delle cubature nell'area del "pianeta Maratea", dove ci sono anche problemi idrogeologici, ed alle questioni di natura ambientale sulla costa, emergono attivita' abusive in edilizia e molti siti sono inutilizzati". Lo afferma in una nota Pietro Simonetti, presidente del centro studi e ricerche economico-sociali.
"Si e' detto – prosegue – della saturazione dei posti letto pari al 28%,della chiusura dell'unico cinema all'aperto e della strada provinciale 3 Tirrenica trasformata, specie di notte, in un vero e proprio autodromo per la felicita' dei motociclistii specialisti in accellerazioni con il botto. Non si e' scritto ancora nulla sulla ex Pamafi, l'azienda florovivaistica realizzata negli anni cinquanta da Rivetti, fallita da qualche anno ora in regime fallimentare ed inutilizzata con i lavoratori in mobilita'. Neanche l'ex stabilimento tessilile R1, abbandonato nell'area di fiumicello, e' stato riutilizzato nonostante progetti annunciati. Lo stesso ex collegio di Fiumicello, di proprieta' della Regione, e' in gran parte abbandonato. Lo stesso vale per l'ex calzaturificio localizzato alla Colla, assaltato dai predoni del rame e degli impianti, abbandonato con i lavoratori in mobilita'. Gran parte
dell'ospedale e' vuoto. Villa Nitti, sottoposto a eterni lavori di restauro, anche per riemipre, con una grande colata di cemento, l'area destinata ad arena, e ' parzialmente utilizzata per alta formazione. L'elenco sarebbe piu' lungo ma ci fermiano qui per il momento. Che Fare?. Negli anni settanta un vasto movimento impedi, anche con l'acquisto pubblico della Pamafi, la colata di cemento nell'area di Castrocucco progettata da SEMI e Insud. Il movimento sindacale e la Regione provvidero anche a definire il piano paesistico. Cosi fu salvata la costa di Maratea e l'entroterra. Ora si torna alla cementificazione e nel contempo si lasciano importanti strutture inutilizzate e qualcuna, pensiamo alla Pamafi, rischia di finire in mani private. La Basilicata punta sul turismo ma da dieci anni non ci" schiodiamo" dal mezzo milione di arrivi e spendiamo , secondo i recenti dati dell'ufficio studi della Confartigiano, circa 50 euro a turista per spese di promozione, lucani compresi! Forse e' giunta l'ora di fare un bilancio serio su questa materia. A questo punto serve un intervento della Regione, della Provincia e delle delle strutture interessate per affrontare la questione Maratea. Occorre un piano per riutilizzare la Pamafi, l'Ex stabilimento R1,Il collegio di Fiumicello,ex Calzaturificio e la parte dell'ospedale non utilizzato. Si possono recuperare e creare centinania di posti di lavoro. E' urgente anche prendere di petto la vicenda degli abusi edilizi e provvedere. Tirare fuori dai cassetti dell'Alsia il progetto esecutivo di valorizzazione della costa:da villa Nitti a Castrocucco. Questo progetto prevede anche l'orto botanico e le passeggiate che si potrebbe finaziare con il Fers invece di buttare soldi su progetti inutili. Si potrebbero creare 250 posti di lavoro e tutelare l'ambiente anche con la riserva marina. Occorre quindi un tavolo pressso la Regione. A fine mese si terra' a Maratea una scuola estiva sulle sorti del Mediterraneo con la presenza di illustri relatori di calibro internazionazione. E' giusto fermarsi a pensare. E' altrettanto urgente progettare e fare per Marate a il suo entroterra. Occorre aiutare l'attuale amministrazione per non commettere errori fatali e per una rinnovata iniziativa per il lavoro,la cultura e l'ambiente".