Pietro Simonetti. presidente del Centro studi e ricerche economico-sociali, ritorna sulla vicenda della sede Asi e delle politiche industriali, replicando al commissario del Consorzio Asi di Potenza, Donato Salvatore.
“Devo prima di tutto ringraziare sinceramente Donato Salvatore per il tempestivo interesse manifestato attorno ad alcune questioni sollevate nei scorsi. Non capita spesso – ha detto Simonetti – che si manifesti un confronto su vicende di particolare importanza per l’occupazione e l’uso ottimale delle risorse pubbliche. Il rispetto è reciproco e la nota di Salvatore, al netto di qualche artificio retorico,va nella direzione di affrontare e risolvere le questioni. Entrambi sappiamo, e non solo noi, di che parliamo e non sono in discussione i ruoli, le competenze e la conoscenza dei fatti. Nei mesi scorsi – aggiunge – abbiamo trattato i dati dell’Asi e prodotto una ricerca, trasmessa tempestivamente anche al Dipartimento interessato. Siamo e siete informati sulla importanza di recuperare i capannoni e le aree, oltre 100 nei due Consorzi, oltre ai finanziamenti pubblici incassati dal governo per circa 150 milioni di euro, ora nei cassetti di Roma e rivenienti da revoche di iniziative del post terremoto, della legge 448 e via elencando. Salvatore converrà – sostiene il presidente del Centro Studi e ricerche economico-sociali – che non basta fare i bandi per cogliere risultati sul piano produttivo e occupazionale. Il ricco elenco dei bandi non andati in porto e il mancato riuso produttivo in molti casi (Abl, Interfito, ecc.) non sono una mia invenzione e la ricerca trasmessa dà conto. Il fatto che l’assessore Pittella inizi a lavorarci è una buona notizia”. Quanto alla sede, “fu lo scrivente, allora consigliere regionale a presentare l’emendamento, poi approvato dall’aula, per il finanziamento della sede Asi e del Cnr per circa 18 miliardi di vecchie lire allo scopo di dotare la Basilicata di due siti importanti. A distanza di anni, per evidenti ragioni di ripiano bilancio Asi la Regione acquista, per alcuni milioni la sede che aveva finanziato. L’Asi rimane in fitto e molti si chiedono perché non ci rimane fino al momento della realizzazione del progetto di piccolo centro direzionale? C’è qualche ragione normativa, politica, manageriale che impedisce l’uso dei 1500 attuali da parte di Asi e Basilicata Innovazione (attualmente in fitto)? Domanda semplice, esatta. Chi può rispondere alla Regione e dintorni? Salvatore parla anche di una ricerca di una sede in fitto a Potenza. All’Asi – dice ancora Simonetti – c’è qualche smemoratezza storica: nei pressi dell’ex Magneti Marelli si erge un palazzo giallo,di circa 1200 metri, su un’area edificale molto vasta, ristrutturata dall’Asi (si tratta della vecchia sede) e ceduta a prezzo di saldo all’Azienda Comunale Acta. Questo sito è completamente inutilizzato come tutta l’area. L’Acta ha optato per altro sito. Si può riutilizzare? O forse l’Acta vuole vendere a privati? Tutto qui. Forse è meglio lavorare sulla proroga del fitto con la Regione e risparmiare la fase transitoria presso privati con ulteriori spese per traslochi, allestimenti ed altro. Non è una questione di informazione o di cattivi disinformatori ma di buona amministrazione. Bisogna avere la capacità di ascolto e previsione – conclude Simonetti – per invertire una tendenza,anche nella gestione dei Consorzi e nelle politiche industriali,fondata anche sugli sprechi. Caro Salvatore, non scuse ma interventi fondati non solo sul buon senso ma anche sulle ricadute sulle gestioni, l’occupazione, lo sviluppo produttivo. Credo che ascolterai, come sempre e che ascolterà anche l’assessore Pittella”.
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