Simonetti (Cseres) su Statuto regionale

Il presidente del Cseres Pietro Simonetti interviene sulla bozza dello Statuto regionale. “Pochi addetti ai lavori si confrontano sul testo  – dichiara in una nota –  in un quadro di preoccupante indifferenza  di fronte alla revisione del documento in vigore dal 1971.Non e’ la prima volta che si affronta il tema del nuovo Statuto regionale. Altri consulenti nel 2004 predisposero un testo che non fu approvato ed e’ rimasto, nonostante la ingente spesa ,nei cassetti del Consiglio .L’attuale bozza presenta alcune innovazioni relative alla partecipazione , due ipotesi sulle forme di governo  e alcune proposte per i poteri di controllo  con un grande limite: un linguaggio generico e arido che affida l’identita’ della Regione  a principi generici e alla contrattazione  della lobbistica  che opera nelle relazioni  di pezzi di burocrazia e delle professioni, imprese con gruppi di potere gestionali. In Basilicata da tempo la programmazione e la allocazione della spesa  UE viene decisa da pochi e senza un reale coinvolgimento del Consiglio Regionale e della parti sociali. Queste ultime partecipano stancamente, nel migliore dei casi, agli aggiustamenti post del Comitato di Vigilanza. Per recuperare una programmazione scandita dalla pianificazione e da politiche industriali sempre piu’ urgenti, occorrono modalita’, strumenti e idee ma soprattutto la scelta di non svuotare le sedi  istituzionali e riannodare i fili della partecipazione  a partire dai lavoratori, dai giovani , dai pensionati. L’attuale Statuto in vigore, negli articoli 5,6,7e8, disegna  con perizia e precisione gli obbiettivi   per il  diritto al lavoro e tutte le priorita’ connesse alle condizioni di vita delle persone. Nella  bozza presentata si toglie di mezzo il diritto al lavoro, i lavoratori  diventano utenti! Si immagina una  societa’ divisa in chi deve avere un lavoro e reddito e chi deve essere assistito non in base a regole universali. Di particolare gravita’ e’ il trattamento riservato all’emigrazione . Per gli immigrati e’ previsto un generico impegno alla tutela . Non e’ previsto il diritto di voto. Incredibilmente viene anche ammainata la bandiera della Regione, quella approvata per legge alla fine degli anni 90,  all’estero presso le sedi delle associazioni deli lucani. I consulenti, forse ignari del contesto regionale, prevedono solo gonfalone e stemma. Occorre  solo mobilitarsi,  aspettando che passi il clima  elettorale e il rimescolamento delle carte nell’ambito del sistema di direzione di potere, per difendere lo Statuto”.

BAS09

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