In una nota stampa il presidente del Cseres, Pietro Simonetti, interviene in merito a salari, lavoro e appalti in Val d’Agri. “I recenti dati dell’Osservatorio Regionale sul lavoro (OML) e dell’indagine conoscitiva della Cgil sul Centro Olii Eni di Viggiano – afferma Simonetti – confermano che, specialmente nell’ambito della filiera degli appalti Eni (oltre 2300 lavoratori e diverse centinaia di milioni di euro di fatturato), prevalgono il precariato, bassi salari e molta occupazione di lavoratori provenienti da altre regioni. Sarebbe interessate, in sede di applicazione del contratto di sito, capire quanto, delle risorse erogate dall’Eni per ogni lavoratore assunto dalle imprese appaltatrici e per i servizi da fornire secondo il livello professionale richiesto, finisce al lavoratore e all’impresa. Secondo l’Osservatorio Regionale del Lavoro nel 2012 sono stati fatti 5372 avviamenti e 3686 cessazioni”. Per Simonetti sono necessari “interventi per lo sviluppo dell’occupazione e per la tutela del lavoro. In questo quadro, e tenendo conto dei lavori di Tempa Rossa e dell’ ampliamento del centro di Viggiano, diventa urgente approvare presso la Commissione Tripartita della Regione la delibera che fissa la riserva dell’80% ai lavoratori lucani anche coinvolgendo i lavoratori in mobilità con una quota del 20% sulla riserva per la Basilicata. Tutto ciò allo scopo di tutelare i disoccupati lucani e quelli in mobilità. Altro tema decisivo è quello della formazione che in realtà riguarda prevalentemente la sicurezza e non il bagaglio professionale dei lavoratori. Infine sarebbe opportuno valutare il ruolo dei management delle compagnie appaltatrici comunque allocati per separare gli interessi aziendali da eventuali aspirazioni e desideri di partecipare alla gestione delle commesse come accaduto negli anni ‘80 e ‘90 in Val Basento”.
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