“Ieri è stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione il bando per la reindustrializzazione dell’ex calzaturificio di Maratea. La Regione ha stanziato un contributo di 10 milioni di euro per recuperare dai 60 a 72 occupati. Da tempo si attendeva un intervento concreto. È auspicabile che la misura venga gestita con responsabilità dalle imprese che si candideranno e dalle strutture che valuteranno le proposte”. E’ quanto afferma, in una nota, Pietro Simonetti (Cseres).
“Per Maratea c’è molto da fare, tenuto conto anche degli ultimi dati sulla stagione turistica del 2012. Oltre agli interventi per fermare la cementificazione è necessario recuperare l’ex Intesa, ora in stato di degrado, l’ex collegio di Fiumicello di proprietà della Regione, lasciato a marcire, il pieno utilizzo della Villa Nitti che non può vivere con un solo corso di Alta Formazione all’anno”. “Il Caso più clamoroso – aggiunge – è relativo alla Flomar, ex Pamafi, fallita da tempo e amministrata da una curatela di tre persone che vorrebbero vendere la strutture immobiliari, anche per finanziare la stessa gestione fallimentare, dimenticando che le stesse sono di proprietà della Regione. Occorre evitare la svendita e l’ulteriore cementificazione dell’area di Castrocucco, mettendo a punto una misura di riuso della stessa e per tutelare l’occupazione e l’ambiente.
A Maratea, come del resto nell’intera Basilicata, ci sarebbe un grande lavoro da fare per riutilizzare i cento capannoni dismessi, gli oltre 2000 lavoratori in mobilità e per dare una prospettiva ai 60 mila disoccupati e 60 mila inoccupati. Per questi – conclude Simonetti – era necessario il Piano del lavoro e il reddito minimo garantito. Prevalgono invece il rinvio, l’attesa e le schermaglie per una nuova Giunta, mentre la situazione si aggrava”.
bas 02