La Fismic Basilicata esprime piena solidarietà ai lavoratori della Siderpotenza, stabilimento siderurgico del gruppo Pittini di Osoppo (Udine) posto sotto sequestro a causa dell’emissione di fumi nocivi.
I lavoratori, messi in libertà, stanno scioperando per ottenere dalla magistratura almeno una ripresa parziale delle attività, con uno sblocco dell’area sequestrata, permettendo il riavvio dell’attività nel settore delle spedizioni del prodotto finito e del laminatoio.
I circa 300 lavoratori delle Ferriere Nord (ex Siderpotenza), infatti, dicono che in magazzino ci sarebbero alcune decine di migliaia di tonnellate di tondini per l'edilizia già finiti e acciai laminati che potrebbero essere venduti senza nuocere ad alcuno.
“Facciamo notare – spiega il segretario regionale Fismic della Basilicata Antonio Zenga – il trattamento differenziato che stanno subendo i lavoratori della Siderpotenza rispetto, per esempio, a quelli dell'Ilva di Taranto, che hanno continuato a lavorare finché non si chiarisse la faccenda”.
Tutto ciò, naturalmente, nel pieno rispetto del lavoro della magistratura e dell'accertamento delle condizioni di sicurezza per i lavoratori e per l'ambiente, ma consentendo tuttavia di non interrompere del tutto l'attività lavorativa e di non subire ulteriori perdite, dato che i tempi per la risoluzione della questione non sembrano affatto brevi.
Il pericolo, se la fabbrica resta ferma per troppo tempo, è quello di perdere le commesse, sia per l'azienda che per l'indotto. In più i lavoratori sono tutti in regime di contratto di solidarietà e finite le ferie bisognerà trovare degli ammortizzatori sociali.
La Fismic Basilicata, come sempre al fianco dei lavoratori, si augura di poter giungere rapidamente a una soluzione positiva, sia per quanto riguarda gli aspetti occupazionali, considerando la situazione delle famiglie dei lavoratori dell'impianto, sia per quanto riguarda la questione ambientale.
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