I rappresentanti dell’Associazione hanno ricordato la recente ordinanza del tribunale di Roma che ha rigettato il reclamo degli industriali della pasta contro GranoSalus e hanno illustrato alcune proposte
“Non siamo a caccia di notorietà ma vogliamo fare chiarezza su problemi connessi alla qualità dei grani importati che, una volta trasformati, giungono sulle nostre tavole. E’ risaputo che è necessario conoscere per poter prevenire patologie, lo è anche in questo settore. Fare adeguati controlli sui grani importati, dove, in alcuni casi vengono riscontrati elevati livelli di micotossina (Don), deve diventare un obiettivo a cui tendere per la tutela della salute di adulti e, soprattutto, di bambini”. Lo ha affermato, Saverio De Bonis, presidente dell’associazione GranoSalus, fondata nel 2016 a Foggia da produttori di grano duro, audito in quarta Commissione consiliare.<br /><br />Dopo aver spigato ai consiglieri presenti la mission dell’associazione, nata con l’idea di difendere i consumatori, dando voce agli agricoltori, De Bonis ha sottolineato che da molti anni l'apertura dei mercati globali, ha ridotto il livello di sicurezza sulle derrate alimentari, in particolare rispetto alle importazioni di grano duro che presenta livelli di contaminazione tali da pregiudicare la salute pubblica dei consumatori italiani”. “Da qui – ha spiegato – le nostre ricerche sui contaminanti del grano estero e della pasta e le nostre comunicazioni ai cittadini e, tra queste, un articolo da noi divulgato e giudicato diffamatorio da società italiane produttrici di pasta (Barilla, Divella, De Cecco, Garofalo e La Molisana). Oggi, siamo qui, per ribadire quanto sia importante, invece, parlare e far capire alla gente cosa mangiamo, e per dire che il Tribunale di Roma ha rigettato il reclamo degli industriali della pasta contro GranoSalus, in quanto scrivono i giudici ‘ non vi è dubbio che la divulgazione dei risultati della ricerca costituiscano legittima espressione del diritto di libertà di manifestazione del pensiero, sancito dall’articolo 21 della Costituzione e di libertà della scienza garantita dall’articolo 33 della Costituzione, senza limiti e condizioni. Tanto più che, trattandosi di temi di tale delicatezza e rilevanza per la salute pubblica, nessuna censura sarebbe ammissibile’”. “Adesso – ha dichiarato Debonis – ci attendiamo che dopo l’Ordinanza dei giudici di Roma, l’ Italia applichi il principio di salvaguardia di protezione della salute”. “Siamo qui – ha ancora detto Debonis – per chiedere che le Regioni si facciano parte attiva, in quella che è una battaglia che interessa tutti: la qualità del cibo che giunge sulle nostre tavole. E’ necessario porre la giusta attenzione sui controlli da fare presso le strutture accreditate, sull’etichettatura degli alimenti che deve garantire il consumatore, sulle campagne informative, soprattutto nelle scuole. Noi abbiamo iniziato a fare degli incontri, a parlare negli asili, a rivolgerci alle mamme, particolarmente sensibili a questi argomenti. Sarebbe auspicabile un coinvolgimento dell’Anci per giungere in tutti i Comuni e sollecitare i Sindaci a prestare la dovuta attenzione sui pasti che vengono distribuiti nelle mense pubbliche, soprattutto nelle sezioni primavere che accolgono bambini di età compresa tra i 24 e i 36 mesi. Un'altra proposta che qui lanciamo – ha ancora detto Debonis – è la creazione di un marchio”.<br /><br />Il presidente Bradascio, dopo aver ricordato il prezioso contributo dato dal mondo dell’associazionismo in materie come queste e l’attenzione del Consiglio regionale, e in particolare la mozione presentata dal consigliere Perrino (M5s), si è detto disponibile a trasferire la richiesta di Debonis all’Anci. Proposta accolta con favore anche dal consigliere Pace (Gm), che vede nell’Anci il giusto soggetto per una informazione ancor più capillare nei comuni. “L’interesse alla protezione della salute da malattie di origine alimentare è sempre più percepito come un dovere irrinunciabile. Occuparsi di sicurezza alimentare a 360 gradi deve essere un obiettivo comune di Istituzioni e singoli cittadini”.<br /><br />Il consigliere Romaniello (Gm) ha affermato che “ci sono temi sui cui la battaglia culturale si può fare, e la sicurezza alimentare è uno di questi. Da prendere in considerazione la proposta della creazione del marchio e io aggiungo perché non pensiamo ad un incontro con i Consigli regionali del Mezzogiorno per tenere alta l’attenzione su questa materia così importante?”.<br /><br />Erano presenti ai lavori della Commissione oltre al presidente Bradascio (Pp), i consiglieri Romaniello e Pace (Gm), Perrino (M5s), Napoli (Pdl-Fi), Lacorazza e Polese (Pd).<br />