Un Festival è un'esperienza molto particolare. C'è forse un abuso di Festival, di ogni genere, di varie durate, su vari temi. Perché dunque pensarne un altro, su un tema poi non specifico ma sufficientemente ampio quale quello della divulgazione? “Ogni ramo del sapere, dalla scienza dura all'arte, dalla letteratura alla cinematografia, dalla medicina al teatro interroga l'uomo e contribuisce allo sviluppo sociale, culturale ed economico dell'individuo e della società. Queste forme del sapere hanno necessità però di essere tutte, indistintamente, divulgate. E' necessario sempre di più creare un ponte stabile di collegamento tra chi produce cultura e i suoi potenziali fruitori”, questo il pensiero di Pierluigi Argoneto, l’ideatore e direttore del Festival della Divulgazione.
“Perché divulgare, facilitare”, aggiunge Vania Cauzillo, Direttrice Artistica, “è arte complessa che richiede studio, competenze e metodo al pari delle ricerche stesse”. Ma i Festival spesso peccano di presunzione: si è convinti che due-tre giornate all'anno, sebbene significative, possano cambiare qualcosa. Non è così. Serve impegno costante, relazione con il territorio di riferimento e quello nazionale e approfondimento continuo sui temi ed esigenze reali. Per questo si è pensato, addirittura prima del Festival stesso, di costituire Re.A.Di.: la prima Rete delle Attività Divulgative sul territorio della regione Basilicata. Un network di Università, enti di ricerca, istituzioni culturali, fondazioni, che si impegnano, nella loro quotidianità, ad istituire pratiche e progetti di divulgazione dei loro contenuti che trovano un respiro negli appuntamenti annuali del Festival e che aprirà questa prima Edizione del Festival della Divulgazione.
PRIMA GIORNATA
4 NOVEMBRE | La semplicità di un pensiero profondo.
Il primo giorno del Festival intende porsi delle domande semplici, che partono da un pensiero profondo: è possibile sperimentare nuove forme di dialogo tra la scienza, l’arte e la letteratura? Pietro Greco, Direttore Centro Studi Città della Scienza, condividerà la sua visione su come le scienze e la letteratura rinnovano lo sguardo sull’arte. A seguire, in un dialogo combinato tra un artista, il pittore iperrealista Emanuele Dascanio, e due neuroscienziati capiremo come l’arte e la percezione della realtà modifica, biologicamente, il nostro cervello. Le riflessioni della prima giornata del Festival continuano: insieme ci interrogheremo su qual è il futuro delle nuove tecnologie nella fruizione dei beni culturali e dei luoghi deputati all’incontro di vita, di esperienze e di approfondimento della cultura. Scopriremo quali sono le strategie migliori per comunicarli nel mondo dei social con Giuseppe Ariano, responsabile social del MiBACT, e riprenderà il discorso sul futuro e la valorizzazione del Patrimonio e dei Musei nella società della conoscenza che viviamo, l’ex Ministro Massimo Bray. Concluderemo la giornata con la settima arte, divulgata. Il festival, infatti, lascerà la sede del Francioso dell’Università degli Studi della Basilicata, animata dai grandi ospiti, dagli exhibit de “Le Ruote Quadrate” e dagli eventi OFF su archeologia e autoimpresa, per vivere la serata al Centro per la creatività Cecilia di Tito. Lì scopriremo quanta scienza c’è nella pizza con parole, immagini ed esperimenti, e con l’assaggino a cura di Fandango, per poi goderci l’intervista al regista Alessandro Piva e la visione del suo documentario “Due Sicilie”.
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