Sharka: Copagri, difendere la frutticoltura regionale

Con una nota inviata al presidente della Giunta regionale di Basilicata, Vito De Filippo e all’assessore all’Agricoltura Vilma Mazzocco, il presidente regionale della Copagri, Nicola Minichino, segnala una nuova emergenza che rischia di gravare sulla già fragile struttura agricola lucana: le nuove fitopatie, definite da “quarantena”, che colpiscono in particolare i fruttiferi.

“Non è nostra intenzione creare inutili e dannosi allarmismi – ha evidenziato Minichino – ma è certo che temibili malattie come la sharka delle drupacee (albicocco, pesco etc.), la tristezza degli agrumi, il cancro batterico dell’actinidia e il cinipide galligeno del castagno si stanno diffondendo con una certa rapidità anche in Basilicata, come ci viene segnalato dagli associati alla nostra organizzazione. Si tratta di fisiopatie che si sono già diffuse, con notevoli ricadute negative in altre parti d’Italia, e che ora stanno interessando il territorio regionale. E’ sicuramente mancato un efficace filtro e un idoneo campanello d’allarme che avrebbe dovuto mettere, per tempo, gli agricoltori sul chi va là – ha aggiunto il presidente Minichino – anche perché riteniamo esserci in materia fitosanitaria una duplicazione di competenze: da una parte l’Ufficio fitosanitario del Dipartimento Agricoltura e dall’altra l’Alsia, ognuno con propri programmi ed iniziative. Peraltro, in un momento come quello attuale caratterizzato da limitatezza di risorse economiche la sinergizzazione delle poche energie e forze è una condizione ineludibile. Per tale ragione ho rivolto l’invito alla Mazzocco di porre tale questione all’ordine del giorno del prossimo tavolo verde, già convocato per il prossimo 7 giugno. In quella occasione si dovranno definire strategie mirate al contenimento ed isolamento di tali malattie, che possono mettere in ginocchio l’intero comparto frutticolo lucano e metapontino in particolare – ha proseguito Minichino – con un potenziamento delle azioni di monitoraggio ed una esatta definizione dei focolai di infezione. Tali dati, che sono necessari anche perché devono essere inviati a Bruxelles, serviranno, a livello locale, a definire l’ampiezza degli areali di infezione e a realizzare le cosiddette fasce “tampone”. Inoltre, così come hanno già fatto altre regioni, cito per esempio il Lazio e l’Emilia, occorrerà mettere a punto programmi di intervento volti a compensare gli agricoltori che per eradicare la malattia dovranno sostenere gli oneri dell’abbattimento del frutteto con conseguente distruzione delle piante. Sono convinto che su tale tema vi sarà l’indubbia disponibilità dei vertici politici regionali – ha concluso Minichino – e l’unanime convergenza delle altre organizzazioni professionali agricole oltre che delle organizzazioni dei produttori. Difendere la frutticoltura regionale è un obiettivo al quale non possiamo rinunciare”.
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