“L’annuncio di oltre mille esuberi tra lavoratrici e lavoratori fatto dalla Natuzzi e lo sciopero che ne è seguito rappresentano soltanto l’ultimo dei segnali della grave crisi occupazionale che segna la realtà lavorativa precaria del Mezzogiorno. Il dramma delle lavoratrici e dei lavoratori della Natuzzi guarda da un lato alle quotidiane dismissioni industriali che si registrano un po’ in tutto il sud Italia, dall’altro a quella continua erosione di diritti che vivono quelle aziende che potrebbero rappresentare il paradigma del lavoro precario.
Erosione oramai quotidiana, come accade alla Datacontact di Matera che, tramite una comunicazione interna ai dipendenti, informa che non sarà in grado di procedere al pagamento delle quattordicesime e garantisce i pagamenti solo fino alla mensilità di agosto 2013”.
E’ quanto affermano in una nota congiunta Maria Murante e Lucia Pennesi, rispettivamente coordinatrice regionale e responsabile welfare e lavoro di Sinistra Ecologia Libertà di Basilicata.
“Siamo di fronte – aggiungono – ad un inaccettabile bollettino di guerra che quando non informa della cancellazione di posti di lavoro, informa del decurtamento dei diritti che al lavoro attengono. Non si può più attendere oltre. Le istituzioni non possono stare a guardare, a partire dalla Regione Basilicata che spesso ha elargito finanziamenti a pioggia a imprenditori che non hanno mai presentato piani industriali rigorosi, sottraendosi a qualsiasi confronto circa i destini occupazionali”.
AS – Bas