Sedi Rai, Carcuro: “un presidio democratico da difendere”

Il componente del Corecom così commenta l’Odg approvato all’unanimità con il quale si stigmatizza l’ipotesi della chiusura delle “sedi minori” come misura di contenimento della spesa

&ldquo;Per una regione gi&agrave; tagliata fuori dai flussi di informazione nazionale, chiudere la sede Rai sarebbe come staccare la corrente elettrica all&rsquo;intera Basilicata&rdquo;. E&rsquo; quanto afferma il componente del Corecom della Basilicata, Massimo Carcuro, nel commentare l&rsquo;approvazione da parte del Comitato regionale per le comunicazioni dell&rsquo;ordine del giorno con il quale si stigmatizza l&rsquo;ipotesi della chiusura delle &#39;sedi minori&#39; come misura di contenimento della spesa.<br /><br />&ldquo;In una regione in cui l&rsquo;informazione, e l&rsquo;emittenza radiotelevisiva in particolare, sconta fragilit&agrave; e difficolt&agrave; dovute anche al contesto territoriale ed economico &ndash; afferma Carcuro -, non &egrave; nemmeno ipotizzabile rinunciare ad un presidio istituzionale e democratico quale &egrave; la sede regionale della Rai. Per la Basilicata, il ruolo che svolge l&rsquo;informazione regionale &ndash; insieme alla Rai, le emittenti televisive e radiofoniche, i giornali e le testate on line, &egrave; assolutamente irrinunciabile, tanto pi&ugrave; che &egrave; gi&agrave; esclusa dai grandi canali di informazione nazionale. Una decisione simile per tanti lucani avrebbe il significato di una condanna all&rsquo;isolamento e all&rsquo;emarginazione, e rischierebbe di sancire amaramente una certa irrilevanza di tutta la regione&rdquo;.&nbsp;<br />

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