"Il 15 settembre scorso siamo stati auditi in IV Commissione sulla cosiddetta buona scuola e sulle ricadute della riforma sulla nostra Regione.
Dopo aver sottolineato positivamente la scelta di riportare il dibattito sulla scuola nelle sedi istituzionali, affermando la centralità della Regione nelle scelte di politica scolastica (ruolo che spesso la stessa Regione non esercita appieno) e coinvolgendo i soggetti interessati a partire dal sindacato, la Flc – si legge in una nota a firma del segretario provinciale Mimmo Telesca – ha evidenziato le forti criticità di avvio dell’anno scolastico.
Tra docenti ancora non assegnati alle scuole, procedure farraginose che generano contrapposizione tra lavoratori, incertezza diffusa, algoritmi male impostati che hanno sovvertito il contratto nazionale sulla mobilità, rabbia di docenti e Ata che vedono violati sistematicamente i propri diritti, l’anno scolastico è iniziato nel peggiore dei modi possibili.
Naturalmente tutto ciò non è accaduto per un accidente della storia, ma è il frutto di precise scelte politiche e di Leggi sbagliate, peraltro con esiti largamente previsti dal sindacato, che hanno sovvertito il sistema scolastico piegandolo a logiche semplificatorie, autoritarie e aziendalistiche.
Stupisce, all’interno di questo quadro destrutturato e deregolato, la rappresentazione falsa e rassicurante che fa il Governo e il Ministro Giannini (anche in una recente trasmissione televisiva), che continuano a negare l’evidenza, nel tentativo di nascondere all’opinione pubblica una realtà di profondo disagio sempre più evidente.
L’obiettivo di cancellare la “buona scuola”, pertanto, è un obiettivo che la Flc continuerà a perseguire fino in fondo, sia proseguendo una forte battaglia politica e di mobilitazione dei lavoratori che attraverso lo strumento referendario, con il quale vengono aggrediti i punti più negativi dell’impianto della L. 107.
La Flc ha poi evidenziato le tre criticità più forti che oggi sono sul tappeto: questione docenti “esodati”, precari, personale Ata.
Al termine delle operazioni di mobilità, anch’esse frutto di un percorso assunzionale “forzoso” e iniquo, inutilmente segmentato in 4 fasi, nonché della volontà di non attribuire la titolarità di scuola ai neo assunti, si è verificato quanto avevano previsto. Centinaia di docenti trasferiti da Roma in su, lontano dalle proprie famiglie, spesso su classi di concorso sulle quali non hanno mai insegnato. In Basilicata sono più di 500, e solo una piccola parte rientrerà con le assegnazioni provvisorie.
Particolarmente delicata anche la situazione dei docenti precari, che quest’anno vedono ridursi sensibilmente le prospettive occupazionali sia per la riduzione delle disponibilità che per una norma capestro contenuta nella legge 107 che prevede espressamente il divieto di reiterazione dei contratti di supplenza su posti vacanti e disponibili oltre i 36 mesi e che qualche Ds interpreta come divieto di conferire supplenze ai precari che abbiano superato il predetto limite temporale.
La Flc di Potenza ha inoltre evidenziato come le prospettive di lavoro dei precari (e degli stessi docenti di ruolo trasferiti fuori sede di rientrare in regione) vengano frustrate anche a causa della creazione di cattedre superiori alle 18 ore che l’Amministrazione scolastica sta effettuando in maniera pervasiva, utilizzando non solo gli spezzoni inferiori alle 7 ore ma anche quelli superiori, in contrasto con la normativa vigente.
La terza emergenza sottolineata dalla Flc – prosegue la nota – riguarda il personale Ata, una categoria di lavoratori totalmente ignorata dalla L. 107 che vive da anni una situazione di disagio. C’è da anni una sofferenza dell’organico Ata nelle scuole, soprattutto per i collaboratori scolastici, per i quali in molte situazioni non si applica più il contratto nazionale, con carichi di lavoro esorbitanti e turni di servizio vessatori.
In media occorrerebbero due unità ausiliarie in più per ogni scuola della Regione rispetto all’organico di diritto, e una in più rispetto all’organico di fatto. In buona sostanza servirebbero, per far funzionare la scuola lucana, garantire l’apertura dei plessi e la sorveglianza degli alunni durante l’orario delle lezioni (tenendo conto della presenza diffusa di tempo pieno e prolungato), almeno altri 150 posti di collaboratore scolastico oltre quelli già assegnati. Oltre a qualche altra decina di assistenti amministrativi e tecnici, per il funzionamento amministrativo delle scuole ed il potenziamento dell’attività laboratoriale.
Per risolvere le emergenze e per affrontare, in maniera organica e prospettica, i temi della scuola e della formazione, uscendo dalla stessa cultura dell’emergenza, la Flc ha chiesto alla Regione da quasi dieci anni l’attivazione di un tavolo politico, richiesta rimasta ad oggi inevasa. Continua a funzionare un tavolo tecnico del tutto pletorico e inconcludente, incapace di risolvere i problemi della scuola, la cui esperienza è stata fin qui fallimentare.
Solo attraverso un confronto politico tra Regioni e OO.SS. è possibile sciogliere quei nodi da cui originano le emergenze sottolineate. A partire dalla questione degli organici della Basilicata, sia del personale docente che Ata, che risultano insufficienti a garantire il diritto allo studio e la piena efficienza del sistema scolastico complessivo. E’ innanzitutto dagli organici che occorre partire per dare una risposta trasversale alle attuali criticità!
In commissione abbiamo fornito alcuni dati che paiono assai indicativi. Dal 2000 ad oggi abbiamo perso 3.300 posti di personale docente in Basilicata, con una riduzione del 32% rispetto all’organico di sedici anni fa. Un dato raccapricciante, che va molto oltre la denatalità scolastica, che si aggira attorno ad una media regionale del 15%.
Per gli Ata invece il decremento dal 2000 ad oggi si aggira attorno alle 1.500 unità, con una riduzione di un terzo dell’organico, al pari del personale docente.
Quando, in maniera un po’ superficiale e semplicistica, per giustificare l’esodo di migliaia di docenti, si dice che non si possono spostare gli alunni dal Nord al Sud (alla “vulgata” non si è sottratto lo stesso Presidente del Consiglio), non si prendono in considerazione questi dati, oltre ad altri fattori che creano squilibri tra Nord e Sud (dispersione scolastica, numero di classi a tempo pieno e tempo prolungato molto più diffuse al Nord, etc.)
Sarebbe bene che la Regione ponesse con forza questo tema nell’interlocuzione con il Governo, o in Conferenza Stato-Regioni, rivendicando un organico più rispondente ai bisogni della scuola lucana (e del Mezzogiorno).
Gli altri temi che riteniamo utile affrontare nell’immediato nel tavolo politico, se ci sarà concesso, attengono ai progetti regionali, che chiediamo vengano attivati al più presto e con procedure chiare e di facile gestione da parte delle scuole, che prevedano l’impiego del personale precario docente e Ata; al dimensionamento scolastico, cancellando gli errori del passato, riducendo le pluriclassi e ragionando in termini di poli formativi; ai servizi per l’infanzia, da programmare in termini di sistema guardando unitariamente al segmento 0-6 anni.
Solo attraverso il confronto politico sarà possibile mettere in campo tutti gli strumenti necessari a contrastare o quantomeno a sterilizzare gli effetti più negativi della cosiddetta buona scuola sul nostro territorio, che, per potersi rilanciare, ha bisogno innanzitutto di un sistema formativo efficiente e di qualità".
Bas 05