Scomparsa Mazzola, il ricordo di Gianfranco Blasi

“Rocco Mazzola è entrato nella mia vita leggero come il vento… forte come i suoi cazzotti. Un punto di riferimento, il miglior amico di mio padre, anche lui fra i protagonisti della “nobile arte” potentina. La boxe come riscatto sociale, i pugni… pieni di sogni, leali e vincenti. La città di Potenza impazziva per le vittorie di Mazzola… un messaggero rosso blù. Indimenticabile”. Così Gianfranco Blasi, direttore del Centro studi “Sud Altro” ricorda Rocco Mazzola, il pugile potentino scomparso nei giorni scorsi.
“Il dopoguerra, segnato dal desiderio di ricostruzione sociale, democratica e civile trovò nel maestro Silvio Nocera, che fu anche dirigente importante della Democrazia Cristiana lucana, l’uomo che seppe restituire a decine e decine di ragazzi il desiderio di normalità, la voglia di combattere per costruire il proprio futuro attraverso la boxe. Rocco Mazzola è stato l’emblema più autorevole del progetto di Silvio Nocera. Progetto, capace di giungere ai vertici italiani ed europei. Con il pugilato prima e il Potenza dei miracoli dopo, in quegli anni, tutta la nostra città si trovò a vivere – ha continuato Blasi – una sorta di incantesimo sportivo fatto di successi e di gioie collettive. Il ricordo di Rocco e dei suoi compagni d’avventura ci è servito per abbeverarci agli straordinari valori di uno sport che, allora non si fondava su immagine e profitto, ma solo sulla lealtà, sull’onore e sul rispetto degli avversari che, fuori dal quadrato, tornavano ad essere amici e compagni di vita”.
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