Scomparsa Colombo, il ricordo di Santochirico

Il presidente del Consiglio regionale parteciperà domani a Roma ai funerali del senatore a vita

Il presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Santochirico, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione:<br /><br />&ldquo;Quelli della mia generazione sono cresciuti con l&rsquo;insegnamento, ricevuto dai padri e dai nonni, di parti politiche fortemente contrapposte, avverse. Per chi, come me, si &egrave; formato nel Partito comunista, questa contrapposizione si impersonava in Emilio Colombo, il leader della Democrazia cristiana che raccoglieva il consenso popolare e che interloquiva con i grandi della Terra. Uso le parole di Colombo: &lsquo;Ma quello era un confronto tra culture e visioni politiche diverse, non uno scontro tra persone, che si svolge come nel vuoto; una dialettica tra idee, e non voglio certo dire tra ideali diversi, perch&eacute; saliremmo su un altro piano, che oggi mi sembra sconosciuto&rsquo;. E infatti lui, padre costituente, sedeva accanto a Benedetto Croce, Alcide De Gasperi, Palmiro Togliatti, Pietro Nenni, Umberto Terracini, Giuseppe Dossetti, Nilde Iotti, per citarne alcuni, tutti con idee, ideali, differenti. In quell&rsquo;aula che aveva assistito al declino della democrazia, si sposavano insieme un passato tragico, il presente ed anche le speranze per il futuro. In un&rsquo;Italia sconfitta non soltanto militarmente, ma con la distruzione fisica delle sue citt&agrave;, delle sue strade, delle sue infrastrutture, e assai provata moralmente.<br /><br />Non voglio fare una elencazione delle grandi sfide attraversate da colui che &egrave; stato, per pi&ugrave; di mezzo secolo, protagonista della storia italiana ed europea, accompagnando la ricostruzione e lo sviluppo del Paese e partecipando agli snodi decisivi del processo di integrazione europea. Valgano, piuttosto, gli insegnamenti, maturati nonostante il difficile clima di contrapposizione.<br />Il &ldquo;democristiano con il colbacco&rdquo;, era chiamato: quello che gli regal&ograve; Andrej Gromiko, il ministro degli esteri dell&rsquo;Unione sovietica, noto come &ldquo;mister nyet&rdquo;, che tuttavia si fece convincere a partecipare alla Conferenza di Madrid sulla Cooperazione in Europa. E Colombo fu tra coloro che convinsero Togliatti ad abbandonare la concezione centralista dello Stato, per una pi&ugrave; regionalista nell&#39;ottica di realizzare un&#39;architettura con una ricca articolazione democratica all&#39;interno dell&#39;unit&agrave; statuale. Celebre il suo contraddittorio con Francesco Saverio Nitti, per sostenere il ruolo delle Regioni, ma anche i Comuni, non come un elemento di indebolimento, bens&igrave; di rafforzamento dello Stato. Egli voleva cio&egrave; fare partecipe della organizzazione e della vitalit&agrave; dello Stato le espressioni locali ed in modo particolare, oltre ai Comuni che erano una realt&agrave; gi&agrave; affermata, le Regioni come espressione di zone pi&ugrave; ampie organizzate. Ed &egrave; stato proprio Emilio Colombo, il 22 maggio 1971, in qualit&agrave; di presidente del Consiglio dei Ministri, a firmare lo Statuto della Regione Basilicata.<br /><br />Quando fu chiamato per la prima volta a fare il ministro del Tesoro, vi era un&#39;inflazione a due cifre, cio&egrave; la pi&ugrave; alta inflazione dopo quella del dopoguerra che era stata bloccata da Einaudi e De Gasperi. L&rsquo;Italia era in una situazione economica non meno grave di quella attuale. La ricetta &ndash; anche in quel caso concordata con i partner europei, ma su presupposti diversi e da posizioni differenti &ndash; fu quella di abbattere quel tasso di inflazione cos&igrave; alto senza abbattere la crescita del reddito.<br /><br />&ldquo;Il malessere sociale si combatte con il riformismo. Se c&rsquo;&egrave; un messaggio che vorrei affidare a chi &egrave; pi&ugrave; giovane di me &ndash; ha detto – &egrave; di credere nella democrazia senza imboccare scorciatoie, di difenderla dalle tossine del populismo che diviene una inclinazione diffusa e una illusione se persuade che la democrazia non implichi fatica, sacrifici e coerenza&rdquo;. Ha difeso i partiti &ndash; &ldquo;luogo in cui si formano le classi dirigenti&rdquo; &ndash; dal personalismo e dalle tendenze plebiscitarie. Di fronte ai suoi errori, ha saputo chiedere scusa alla nazione intera, caricandosi della responsabilit&agrave; e non consumando ipocrisie.<br /><br />I problemi di oggi hanno gi&agrave; attraversato la storia del nostro Paese: la crisi economica, il malessere sociale, le difficolt&agrave; dei partiti e la credibilit&agrave; della classe politica. Il presidente Colombo avrebbe detto: &lsquo;Ce la facciamo? Ma ce la dobbiamo fare&rsquo;!&rdquo;.&nbsp;

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