Per il capogruppo Sel in Consiglio regionale “i partiti del centro-sinistra hanno il dovere di organizzare una mobilitazione democratica e popolare in occasione della manifestazione del 6 settembre contro la manovra iniqua e sbagliata del Governo”
“Come Sinistra Ecologia Libertà, come partiti del centro-sinistra, abbiamo il dovere di organizzare una larga mobilitazione democratica e popolare in connessione con i movimenti (delle donne, per i beni comuni, dei precari, dei cassaintegrati e dei lavoratori in mobilità, delle piccole comunità locali contro la soppressione dei Comuni), garantendo adeguato sostegno ai soggetti sociali che si stanno già mobilitando come la Cgil”. E’ quanto sostiene il capogruppo di Sel in Consiglio regionale, Giannino Romaniello commentando la decisione della Segreteria Confederale della Cgil di indire per martedì 6 settembre uno sciopero generale di 8 ore per ogni turno contro (e per cambiare) “la manovra iniqua e sbagliata del Governo”.
“E’ la reazione che ci attendevamo dal sindacato – continua l’esponente di Sel – dopo quello che efficacemente Vendola ha definito un ‘atto di guerra’ contro il Paese, fatto di misure punitive per gli Enti Locali, devastante riduzione di servizi sociali e di diritti, un colpo alla civiltà del lavoro e nessuna scelta per la crescita e lo sviluppo. Sul piano delle politiche sociali si segnalano gli aspetti per noi più negativi della manovra bis. Purtroppo, l’esempio più eclatante e convergente con il centrodestra attiene all’introduzione dei ticket sanitari che rappresentano una vera e propria ‘tassa sulla salute’ contro cui Sel – evidenzia Romaniello – si è sempre battuta, raccogliendo richieste e sollecitazioni di sindacati e società civile. Per noi le scelte coraggiose di tagli vanno fatte in tutti i settori a partire dalla sanità e contestualmente ridurre enti e strutture inutili unitamente alla riduzione dei costi della politica a tutti i livelli. La riduzione di un ulteriore taglio alle indennità dei consiglieri regionali, pari al 5 per cento, è stato solo un primo esempio, ma – aggiunge – c’è bisogno di continuare su questa strada se vogliamo veramente superare il diffuso sentimento popolare anti-casta. Ritengo che la nostra regione vive una fase molto delicata sul fronte occupazionale, ambientale e della tenuta etica, temi sui quali il centrosinistra ha bisogno di definire una strategia chiara, possibilmente unitaria, nel merito delle questioni. Politicamente, l’impegno immediato e unitario del centro-sinistra – conclude Romaniello – deve essere quello di legare le lotte diffuse per il cambiamento della manovra con il tema dell’apertura del Cantiere dell’Alternativa”.