“Il mondo agricolo non sta certamente alla finestra a guardare le mosse del Governo Renzi”. E’ quanto afferma Antonio Nisi, presidente regionale della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori della Basilicata.
Siamo fortemente preoccupati – sottolinea Nisi in una nota – essenzialmente per due ordini di motivi: le compensazioni per l’attività estrattiva sono ancora impercettibili mentre su di esse puntiamo per rafforzare il sistema agro-alimentare lucano; la scelta del Governo di avocare a se ogni atto decisionale per le nuove ricerche ed estrazioni rappresenta un duro colpo d’immagine per le nostre produzioni di qualità. L’agricoltura ha già pagato, specie in Val d’Agri e nel Sauro, un prezzo altissimo alle trivelle, proprio in comprensori che producono prodotti igp, dop, vale a dire di riconosciuta eccellenza. Le royalties del petrolio pertanto devono essere utilizzate per compensare il sacrificio degli imprenditori agricoli-zootecnici e per contribuire a realizzare la rete di trasformazione, commercializzazione e promozione del “mangiare sano mangiare lucano. Anche per questo abbiamo sostenuto e continueremo a farlo la posizione del presidente Pittella perché la Cia ha sempre considerato le royalties del petrolio un’opportunità, forse l’ultima che abbiamo insieme al nuovo Psr 2014-2020, per finanziare interventi per la tutela del territorio. Il Piano regionale deve puntare a favorire iniziative con produzione elettrica di media dimensione diffuse e non invasive del paesaggio e dell’ambiente, di autoconsumo e per compensazione/scambio dei fabbisogno energetici delle stesse aziende. L’obiettivo centrale per la Cia della Basilicata è l’istituzione del Distretto regionale agroenergetico. E’ questo un modo per rendere competitive e a maggiore redditività il sistema delle Pmi, specie quelle agricole”.
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