“Le aspettative sullo Sblocca Italia si sono rivelate in diverse parti vane e deludenti, e pur con interventi e novità significative a livello nazionale, dobbiamo prendere atto che nessun provvedimento per rilanciare il settore delle costruzioni è dedicato alla nostra regione.
Sbloccare l'Italia e la Regione, sbloccare l'economia è una priorità assoluta, non perché c’è lo chiede l'Europa ma perché c’è lo chiede la realtà.Nella nostra regione non un cantiere che riparte, non un’opera pubblica in grado di poter ridare vigore all'occupazione locale, ormai arrivata ai minimi storici. Eppure sarebbe sufficiente scorrere l’anagrafe delle incompiute, redatta dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (per un valore pari a 2,6 miliardi di Euro) per rendersi conto che ben 37 ricadono nella nostra Regione per un valore di circa 35 milioni di Euro. Tra tutte: lo "schema idrico Basento Bradano", l'unica opera a essere stata inserita nel decreto Sblocca Italia”, è quanto fanno sapere Alessandro Genovesi, segretario generale Cgil Basilicata, e Enzo Iacovino, segretario generale Fillea Cgil Basilicata.
"L'opera, una delle eterne incompiute della nostra regione, prevede un impegno di spesa di circa 70 ml Euro per il completamento". I sindacalisti ribadiscono che "su questo e altri temi incalzeremo la politica lucana, la Giunta ed il Consiglio regionale, affinché agli annunci seguano fatti concreti che, nel caso del distretto G è certamente il completamento dell'opera, ma anche l'impegno a non creare ulteriori situazioni critiche per i lavoratori e per le ditte che lavorano. Situazioni critiche, dovute al mancato pagamento delle somme investite per l'avvio dei lavori".
"Il decreto, inoltre, anticipa – aggiungono – i tempi di avvio di realizzazione della ferrovia alta capacità Na-Ba. Questo, a nostro avviso, non risolverà nessun problema alla Basilicata, che deve guardare al doppio baricentro Salerno e Bari per rompere il suo isolamento. È anche per questo che esprimiamo forti dubbi sulla reale utilità e volontà di realizzazione della tratta Potenza-Foggia, tanto più che nel decreto sblocca Italia non è menzionata.
Il decreto non ci convince infine anche da un punto di vista specifico: non c'è traccia di quel selettivo e graduale allentamento del patto di stabilità per i comuni, che darebbe, da subito ossigeno, al settore con opere medio piccole immediatamente cantierabili, ma soprattutto preoccupa l' assenza di risposte certe a quella strutturalità degli incentivi per l'adeguamento energetico ed antisismico che resta una leva fondamentale per la riconversione del settore.
Non ci solleva neanche la "persistente tendenza alla semplificazione", perché temiamo che questo porti ad un abbassamento dei livelli di attenzione necessari alla qualità e alla sicurezza del lavoro.
Infine, "regolamento edilizio tipo, riforma e semplificazione del codice degli appalti” sono priorità condivise sulle quali attendiamo ancora risposte alle reiterate richieste di confronto avanzate.
Renzi si è dato mille giorni, noi temiamo che tra 1000 giorni non saremo più qui a parlare di edilizia, di un settore da sempre anticiclico ma che senza risposte serie, e strutturate rischia di collassare definitivamente.Le stesse risposte chiediamo alla politica lucana, perché i lavoratori edili lucani sono stufi di essere considerati lavoratori di serie B, quelli di cui non se ne accorge nessuno perché non sono localizzati in un unico polo produttivo".
"Siamo pronti – concludono – al confronto e all'attuazione di azioni tali da poter rimettere in moto la locomotiva dell'edilizia lucana, ma ognuno deve fare la propria parte. Come Fillea e Cgil siamo pronti a sperimentare, con la contrattazione d'anticipo, per esempio, per le opere di cui si annuncia da sempre l'imminente cantierizzazione, al fine di vedere quanto lavoro si concretizzerà per i lucani".
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