Santarsiero: equiturismo opportunità turistica

Il presidente del Consiglio regionale è intervenuto ad un convegno presso il Castello di Lagopesole nel quale si è parlato anche di identità e transumanza

&ldquo;L&rsquo;equiturismo rappresenta una delle maggiori opportunit&agrave; che abbiamo nel nostro territorio per rilanciare l&#39;attivit&agrave; turistica e per promuoverne contemporaneamente la bellezza, la storia e i suoi siti come questo straordinario Castello di Lagopesole&rdquo;.<br /><br />Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Vito Santarsiero, intervenendo ad un convegno sul tema &ldquo;Equiturismo sulle vie della transumanza &ndash; Pastoralismo, Transumanze e le vie della civilt&agrave;&rdquo; che si &egrave; svolto a Lagopesole&nbsp; nel castello di caccia di Federico II.<br /><br />&ldquo;In una regione rurale quale &egrave; la Basilicata &ndash; ha detto – &egrave; fondamentale definire percorsi di sviluppo turistico centrati sulla fruizione del nostro patrimonio ambientale, paesaggistico, naturalistico oltre che storico, enogastronomico ed altro. L&#39;equiturismo si inserisce in tale contesto cos&igrave; come &egrave; importante preservare le reti tratturate che si sviluppano sul nostro territorio e che per tantissimi anni sono state l&rsquo;unica via della transumanza. Lungo queste reti si sviluppava un sistema di relazioni, di economia, una diffusione di pratiche legate alla rete casearia. Noi dobbiamo sviluppare azioni per la tutela e la salvaguardia di quella identit&agrave;. E su questo ultimo tema siamo riusciti a fare passi avanti grazie anche all&rsquo;associazionismo del Molise che ha consentito a sei regioni, compresa la Basilicata, di firmare, nello scorso mese di&nbsp; giugno, un protocollo di intesa che va in due direzioni: riconoscimento di patrimonio immateriale dell&rsquo;Unesco delle vie della transumanza e un&rsquo;azione tutta tesa all&rsquo;attivit&agrave; di studio e approfondimento che ci consentir&agrave; di comprendere meglio questo fenomeno, di diffonderlo e farlo diventare un elemento importante che appartiene alle nostre popolazioni&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Nella nostra regione intanto &ndash; ha continuato – stiamo provando a mettere in campo una azione importante nel settore dell&rsquo;equiturismo che sempre pi&ugrave; rappresenta un attrattore del territorio per tutte quelle persone che amano l&rsquo;ambiente, la storia e il contatto con la natura. Ma non basta: per fare equiturismo bisogna attrezzare il territorio,&nbsp; tracciare i percorsi a terra, dotarli di infrastrutture necessarie, accompagnare tutto ci&ograve; con una organizzazione fatta anche di strutture ricettive. E&rsquo; necessario sviluppare una azione di programmazione e progettazione e con i comuni di Filiano, Pietragalla e Avigliano abbiamo avviato un progetto per realizzare una serie di percorsi anche utilizzando fondi europei. Sono certo &ndash; ha concluso Santarsiero – che nel futuro, equiturismo e tratturi della transumanza, possano rappresentare un importante riferimento per la nostra regione per il rilancio del turismo&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Coniugando equiturismo e transumanza &ndash; ha detto Enrico Dereviziis della fondazione Ets Popoli e territori &ndash; &egrave; possibile trovare una formula vincente di turismo che riesca anche a creare con una micro auto imprenditoria, posti di lavoro per giovani in et&agrave; di primo impiego&rdquo;.<br /><br />Di transumanza patrimonio immateriale dell&rsquo;Unesco ha parlato Nicola di Niro, dell&rsquo;Asvir Moligal del Molise. &ldquo;E&rsquo; stata &ndash; ha detto – volont&agrave; di popolo quella di candidare la transumanza a questo importante traguardo perch&eacute; i pastori, con il loro muoversi da un territorio all&rsquo;altro con le mandrie per trovare il pascolo, sono stati i primi comunicatori tramandando tradizioni e storia&rdquo;.<br /><br />&quot;E&rsquo; fondamentale &ndash; ha detto infine Giustino Donofrio, delegato del Vulture dell&rsquo;Accademia italiana della cucina – salvaguardare, insieme alle tradizioni della cucina, la cultura della civilt&agrave; della tavola, espressione viva e attiva di ogni regione e quindi i cibi della transumanza. La cucina racconta chi siamo, riscopre le nostre radici, si evolve con noi. Civilt&agrave; della tavola vuol dire l&#39;insieme di usi e costumi, di stili di vita, di consuetudini e di tradizioni degli uomini che li condividono. E civilt&agrave; del gusto&nbsp; vuol dire l&#39;insieme dei valori che anche attraverso la tavola un popolo si tramanda, rinnovandoli continuamente, e che ne costituiscono l&#39;identit&agrave; culturale&rdquo;.<br /><br />L.C.<br />

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