Sanità, Venezia: impegno costante

Il consigliere regionale del Pdl, in merito all'aumento di patologie neoplastiche in Basilicata, ha interrogato l’Assessore alla Sanità per conoscere “il tipo di neoplasie più frequenti, la distribuzione territoriale e l'indice di mortalità”

“Dalle ultime analisi effettuate dall’osservatorio sulla salute pubblica, in Basilicata, si riscontra un'elevata incidenza di patologie neoplastiche. Sembrerebbe che, giornalmente, vengono diagnosticati sei nuovi casi di tumori e il dato è particolarmente preoccupante e inquietante considerata la natura della nostra Regione, scarsamente industrializzata e priva di fonti chiare di inquinamento ambientale e/o alimentare che possano giustificare i dati diffusi”. Lo afferma il consigliere regionale del Pdl, Mario Venezia il quale annuncia la presentazione di un’interrogazione urgente, a risposta orale, all'Assessorato alla Sanità per “il rilascio dei dati epidemiologici relativi a tale allarmante fenomeno”. Il consigliere, in particolare, ha chiesto di conoscere “la distribuzione territoriale, il tipo di neoplasie più frequenti, le fasce di età colpite e l'indice di mortalità”.

“Nel caso peggiore – prosegue Venezia – credo sia estremamente opportuno ed urgente istituire un Osservatorio Regionale composto da medici specialisti per lo studio e il monitoraggio di tali patologie allo scopo di individuare le eventuali cause e per definirne la natura deterministica del fenomeno o, al contrario, prettamente stocastica. Inoltre, è necessario capire quali siano i costi relativi agli esami diagnostici eseguiti, ai trattamenti terapeutici e quale sia l'incidenza sul bilancio sanitario regionale globale, anche perché bisognerebbe porre attenzione sui registri di emigrazione sanitaria verso altre regioni, l’entità della stessa, gli eventuali motivi e i costi del fenomeno al fine di proporre, nel nuovo piano sanitario, una riorganizzazione che tenga conto delle esigenze dei pazienti purtroppo costretti ad affrontare viaggi della speranza in condizioni di notevole disagio e di sofferenza”.

“Ma la sanità lucana non smette di stupirmi – sottolinea il consigliere. Mantenendo alto il senso di osservazione dei lavori dell’Assessore alla Sanità ho potuto constatare che con la legge regionale di riforma delle Aziende sanitarie locali, l’ex Asl Mt n. 5 è stata commissariata per la gestione dell’esercizio finanziario 2008 e da allora diverse imprese fornitrici risultano essere creditrici e sono in attesa dei pagamenti delle spettanze. La decisione del Direttore Generale della nuova azienda Asm di liquidare le fatture emesse seguendo l’ordine cronologico di presentazione non risulta essere sufficiente per alleviare il grave disagio delle aziende che pertanto versano in condizioni di notevole difficoltà. A ciò si aggiunga che molti imprenditori per recuperare i crediti, nonostante le numerose sollecitazioni, sono stati costretti ad adire le vie legali con ulteriore incremento dei costi anche a carico dell'Ente per l’ente debitore”.
Il consigliere Venezia precisa che: “Al fine di evitare che il disagio possa ripercuotersi negativamente e irreversibilmente sulle ditte creditrici con conseguenze negative occupazionali, ho interrogato il Presidente della Giunta per conoscere: quali siano i motivi per i quali l’ex Asl Mt 5 risulti essere ancora in regime commissariale e quelli che hanno indotto il direttore generale a ritardare i pagamenti delle fatture relative a forniture all’ex Asl n. 5; l’ammontare del debito totale; se sulle fatture emesse gravano interessi e in che misura; il numero dei fornitori costretti ad adire le vie legali e l’ammontare dei crediti; se il mancato pagamento abbia determinato penalizzazioni o ritardi nelle forniture o nei servizi; se ci siano state revoche o nuovi appalti nelle forniture e servizi alla nuova azienda sanitaria”. L’esponente del Pdl chiede di conoscere anche “i tempi medi di liquidazione delle fatture della nuova azienda sanitaria; i motivi che impongono tale ritardo nei pagamenti, considerato l’ulteriore stanziamento di fondi di bilancio di circa 40 milioni di euro a favore della sanità lucana e, eventualmente, l’utilizzo delle stesse somme; se non ritengano che tale comportamento possa rappresentare un danno alle ditte creditrici a rischio di sopravvivenza in una regione in cui le Pmi risultano in affanno e necessitano, pertanto, di maggior attenzione e sostegno da parte delle Istituzioni”.

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