Sanità privata,interviene l’Istituto dei Padri Trinitari di Venosa

“In riferimento agli articoli pubblicati sui giornali lucani nelle edizioni del 27/7/2011 e del 10/10/2011 e che riportavano affermazioni del comitato di crisi della sanità privata (ossia Anisap e altre sigle comunque non rappresentative di tutte le organizzazioni sanitarie lucane) c’è da notare come siano una miscela tra fatti non rispondenti alla realtà e affermazioni gravemente discriminatorie. Premesso che tutte le strutture sanitarie operanti con il Servizio Sanitario Nazionale devono essere accreditate, ci sembra strano come gli sprechi siano da individuare nel settore della Riabilitazione “ex art. 26”, cioè quella rivolta ad utenti con disabilità, come se queste persone non avessero diritto alla salute. Se l’Anisap e le altre sigle non comprendono come mai l’assessorato non vuole fare “un’operazione di trasparenza e di rigore anche in altri settori della sanità privata, pagata a piè di lista, come quella relativa alla riabilitazione”, dovrebbero per contro fornire correttamente, in maniera “trasparente e con rigore” le cifre, comprese le proprie”.
E’ quanto si legge in un appello rivolto al Presidente De Filippo da parte della Provincia della Natività BMV OSST di Venosa.
“L’Istituto dei Padri Trinitari, organizzazione associata A.R.I.S. (Associazione Religiosa Istituti Sanitari) – continua la nota – avendo,come l’ANISAP , con lungimiranza individuato le difficoltà della spesa sanitaria regionale sin dal 2009” non ha accettato solo il blocco dei tetti di spesa ma ha dovuto accettare l’abbattimento del tetto di spesa dal 2006 al 2010 dalla ex ASL PZ1 di oltre il 30%. Pertanto nei bilanci della Sanità Lucana la spesa dell’istituto dei Padri Trinitari, incide nella misura di circa 2.250.000 euro ben al di sotto dei 7.300.000 euro indicati dall’ANISAP. Agli utenti della Regione Basilicata – continua la nota – si aggiungono pazienti provenienti da altre regioni, essendo quindi uno dei luoghi di cura che determina immigrazione sanitaria e ponendosi come uno dei centri di eccellenza del nostre territorio, riconosciuto non solo dalle istituzioni, ma direttamente dai pazienti. In altre parole, il nostro Istituto, ha affrontato le crescenti difficoltà col lavoro e la qualità dell’offerta”.
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