Sanità futura, federalismo banco di prova per la sanità

“Per noi il Rapporto Ceis sulla sanità lucana è l’occasione, da non sprecare, per riprendere la fase di concertazione sociale nell’intero pianeta sanità, anche con le associazioni di categoria delle strutture private”. A sostenerlo Michele Cataldi di Sanità Futura.
“In troppi casi sul nostro territorio – continua – le piccole strutture sanitarie private accreditate (circa 60 con quasi 600 dipendenti, con un’incidenza sulla spesa sanitaria regionale di appena il 2 per cento, decisamente al di sotto della media Mezzogiorno per non parlare della media nazionale) sono l’unico presidio di tutela della salute pubblica svolgendo compiti e funzioni sostitutivi ed integrativi del servizio sanitario regionale”.
“A nostro parere, la virtuosità di spesa – dice ancora Cataldi – non può fondarsi sul taglio delle cure ai cittadini e quindi non può essere l’unico parametro per testare l’efficienza e l’efficacia del sistema sanitario regionale. Il nostro sistema sanitario regionale è fondamentalmente sano. La riorganizzazione federalista dello Stato deve trovare nella sanità (legge 42/2009) uno dei più importanti banchi di prova. Il federalismo, soprattutto nell’erogazione di servizi e prestazioni di tutela della salute, non può giustificare un’ulteriore divaricazione nel Paese, differenze strutturali esistenti tra i sistemi sanitari delle Regioni e ancor più giustificare sperequazioni tariffarie a carico degli utenti-cittadini, come nel caso dei ticket sulla specialistica ambulatoriale”.
“La sanità privata di questa Regione – conclude – ha da tempo indicato alcune strade per risolvere alcune ataviche questioni e migliorare in termini sistemici le situazioni di spreco ed è pronta a scommettere e quindi a investire sul miglioramento del nostro Servizio sanitario regionale.
Il futuro inizia sempre oggi, banale ma vero. E oggi alla luce del Rapporto Ceis rinnoviamo al governo regionale l’appello all’ascolto e al confronto”.
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