Il capogruppo Pdl-Fi valuta i dati del Programma nazionale esiti, che “rappresenta una opportunità perché è in grado di far emergere deficit di esiti o di volumi che possono essere superati attraverso investimenti nel capitale umano”
“Qualche luce e molte ombre per la sanità lucana. In Basilicata migliora la qualità dell’assistenza in alcune aree cliniche tradizionalmente critiche come l’ortopedia e l’area perinatale, ma permangono molte, troppe criticità con riguardo a parametri importantissimi che afferiscono al settore cardiovascolare, cerebrovascolare e alle patologie tumorali”. E’ quanto dichiara, in una nota, Michele Napoli, presidente del Gruppo consiliare Pdl – Forza Italia in Consiglio regionale in riferimento al Piano nazionale esiti 2017, presentato due giorni fa dall’Agenas, “che costituisce un fondamentale strumento di valutazione dello stato di salute dei sistemi sanitari delle varie regioni d’Italia”.<br /><br />“Il report, realizzato sulla base di ben 166 indicatori (alcuni riguardanti gli esiti, vale a dire la qualità delle cure, altri i volumi di attività e gli indicatori di ospedalizzazione) prende in considerazione i dati relativi all’annualità 2016 e ci consegna – aggiunge Napoli – l’istantanea di un sistema sanitario lucano che fa registrare un miglioramento nella tempestività di intervento chirurgico sulle fratture del femore negli ultrasessantacinquenni (il San Carlo di Potenza garantisce al 60 per cento dei propri pazienti ultrasessantacinquenni tale intervento entro 48 ore dal trauma) e soprattutto con riguardo alla percentuale di tagli cesarei rispetto alla totalità dei parti, parametro rispetto al quale le nostre strutture sanitarie fanno registrare percentuali che si attestano sugli stessi valori della media nazionale (24,52%). Buona anche le performance, in particolare dell’Azienda ospedaliera San Carlo, sull’indicatore colecistectomie laparoscopiche con degenza post operatoria inferiore a 3 giorni, che il nosocomio potentino riesce a praticare al 96 per cento dei propri pazienti e quello di Lagonegro all’80 per cento dei degenti, con numeri in entrambi i casi superiori alla media nazionale fissata al 72,71 per cento”.<br /><br />“Le note dolenti, purtroppo – prosegue Napoli – vengono da parametri importantissimi come la mortalità a 30 giorni per bypass aortocoronarico e per intervento di sostituzione delle valvole cardiache, rispetto ai quali la percentuale dei decessi in Basilicata è il triplo della media nazionale. Non positivi anche i dati relativi all’indicatore mortalità a 30 giorni per infarto miocardio acuto, rispetto al quale l’ospedale di Matera registra dati omologhi alla media nazionale (la percentuale di mortalità si arresta all’8,60 per cento), mentre al San Carlo di Potenza, sempre nel 2016, la percentuale di mortalità sale al 12,62 per cento, vale a dire 4 punti percentuali in più della media degli altri ospedali d’Italia. Peggiori del valore medio nazionale risultano inoltre essere in Basilicata i dati relativi alla mortalità per ictus a 30 giorni dal ricovero e la percentuale di maggiori eventi cardiovascolari o cerebrovascolari a un anno dal ricovero per ictus. Note dolenti infine anche per l’area della chirurgia oncologica che necessita nella nostra regione di opportuni investimenti come ad esempio l’istituzione di una Brest unit regionale, oggetto di una mozione del Gruppo consiliare Pdl – Forza Italia e presentata in Consiglio regionale 6 mesi fa, attraverso cui superare i deficit di volume di attività o di esiti delle cure che il Piano nazionale esiti ha riscontrato in alcune strutture ospedaliere lucane”.<br /><br />“L’importanza di questi indicatori si comprende appieno – conclude Napoli – se si considera che le malattie cardiovascolari, i tumori e l’ictus sono, rispettivamente, la prima, la seconda e la terza causa di morte per malattia in Italia, oltre che i principali fattori di invalidità permanente. Il Programma nazionale esiti rappresenta una opportunità, perché è in grado di far emergere deficit di esiti o di volumi che possono essere superati attraverso investimenti nel capitale umano, selezionando i professionisti migliori e facendo prevalere elementi di merito rispetto a meri criteri di anzianità o, come purtroppo accade, di appartenenza a gruppi, lobby e partiti”.<br />