Sanità e reddito minimo, audizioni in quarta Commissione

Avviato l’esame della pdl di Bradascio sul Centro di riferimento regionale per l’autismo. Cataldi (Sanità futura) sugli indirizzi generali per la definizione dei tetti di spesa alle strutture private. Rinviato il parere sulle misure per i disoccupati

La quarta Commissione consiliare (Politica sociale) ha avviato l&rsquo;esame della proposta di legge d&rsquo;iniziativa del consigliere Bradascio (Pp), che &egrave; anche presidente dell&rsquo;organismo consiliare, relativa alla &ldquo;Istituzione del centro di riferimento regionale per l&rsquo;autismo&rdquo;.<br /><br />Una proposta di legge &ldquo;che ha l&rsquo;obiettivo di incidere sull&rsquo;organizzazione sanitaria regionale con l&rsquo;istituzione di un &lsquo;centro di riferimento regionale per l&rsquo;autismo&rsquo;, organismo deputato ad occuparsi, in maniera stabile, di prevenzione, diagnosi, cura e trattamento educativo delle persone affette da disturbi dello spettro autistico&rdquo;, come ha spiegato in audizione Lucia Colicelli, responsabile dell&rsquo;ufficio programmazione aree ad elevata integrazione socio sanitaria assistenziale del Dipartimento Politiche della Persona. &ldquo;Compito del centro &ndash; ha aggiunto – anche la promozione di attivit&agrave; di ricerca per lo sviluppo delle conoscenze in materia di disturbi dello spettro autistico, la implementazione di adeguate attivit&agrave; per il miglioramento della qualit&agrave; assistenziale, la esecuzione di studi epidemiologici e di valutazione della risposta assistenziale socio sanitaria ai bisogni delle persone affette da autismo e residenti in regione, la formazione e l&rsquo;aggiornamento degli operatori socio sanitari coinvolti nelle problematiche dei disturbi di tale patologia anche in collaborazione con il mondo dell&rsquo;associazionismo e del volontariato. Tutte le funzioni dovranno essere svolte in collegamento con le strutture dei dipartimenti di neuropsichiatria infantile, materno-infantile e di salute mentale delle aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere, nonch&eacute; con i pediatri di libera scelta e i medici di medicina generale. Il centro deve provvedere alla istituzione di due centri provinciali per la prevenzione, la cura e il trattamento educativo dei soggetti autistici, gestiti anche in collaborazione con associazioni del privato-sociale caratterizzate da acquisita esperienza nel trattamento educativo riabilitativo dei soggetti affetti da autismo&rdquo;.<br /><br />Colicelli ha detto inoltre che &ldquo;la Regione Basilicata si &egrave; gi&agrave; occupata in passato di tale patologia concedendo, nell&rsquo;ambito degli interventi ex legge regionale n. 33/2008, , un contributo per avvalersi dei metodi Doman, Vojta, Fay e Aba, comprensivo degli oneri assistenziali connessi ai trattamenti di riabilitazione non rientranti nelle prestazioni coperte dal fondo sanitario regionale, nonch&eacute; del rimborso delle spese sostenute per i viaggi e per la permanenza nei luoghi in cui vengono effettuate le prestazioni stesse, oltre che del rimborso delle spese per il prosieguo delle terapie domiciliari. Il dipartimento sanit&agrave; &ndash; ha concluso &ndash; ha recepito il documento nazionale sull&rsquo;autismo e c&rsquo;&egrave; ora una gruppo di lavoro per declinare le linee nazionali a livello regionale. Affrontare queste problematiche significa mettere insieme pi&ugrave; servizi con l&rsquo;apporto del privato sociale&rdquo;.<br /><br />&ldquo;L&rsquo;autismo &ndash; si legge nella relazione che accompagna la proposta &ndash; &egrave; un disturbo che interessa la funzione cerebrale degli individui, influendo pesantemente sulla vita di relazione con una marcata diminuzione dell&rsquo;integrazione sociale e della comunicazione&rdquo;.<br />&ldquo;La proposta &ndash; ha aggiunto il presidente Bradascio &ndash; vuole far comprendere che va variato l&rsquo;approccio alla applicazione della terapia. Si tratta di una patologia che va curata alla presenza di una rete capillare sul territorio di centri diurni anche utilizzando una parte delle risorse che si utilizzano per la riabilitazione classica ed i Comuni potrebbero avviare progetti di assistenza per i centri diurni anche con cooperative sociali&rdquo;.<br />Sull&rsquo;argomento sono intervenuti&nbsp; anche i consiglieri Gianni Rosa (Lb-Fdi) e Francesco Pietrantuono (Psi).<br /><br />La Commissione ha poi ascoltato in audizione Michele Cataldi, presidente dell&rsquo;associazione Sanit&agrave; futura, in relazione alla delibera sugli &ldquo;indirizzi di carattere generale per la definizione dei tetti di spesa alle strutture private accreditate per l&rsquo;assistenza riabilitativa eroganti prestazioni&nbsp; ex art.26 L.833/1978&rdquo;, che la Giunta regionale deve emanare per consentire, successivamente, ai direttori generali delle Aziende sanitarie di sottoscrivere i contratti con le strutture sanitarie accreditate private. Consegnato ai consiglieri regionali uno studio finalizzato alla ricerca delle anomalie nella composizione dell&rsquo;offerta di prestazioni sanitarie del privato accreditato ed alla ricostruzione di una strategia per una pi&ugrave; efficiente assistenza territoriale come strumento di equit&agrave; di accesso.<br /><br />&ldquo;I cittadini lucani&nbsp; -ha detto Cataldi – meritano un sistema che realizzi a loro buon diritto una vera equit&agrave; di accesso alle prestazioni sanitarie. Il dato negativo della mobilit&agrave; extra regionale costituisce un pagamento secco verso altre regioni che &egrave; sottratto alla possibilit&agrave; di investimento nel nostro sistema. La materia in questione &egrave; di delicata quanto fondamentale importanza, non solo per le strutture che la nostra associazione rappresenta e delle altre che pure versano in una situazione non pi&ugrave; sostenibile, ma in primis per i cittadini/pazienti che aspettano ogni giorno incastrati nelle liste di attesa quando non costretti a migrare fuori dalla nostra regione. La mobilit&agrave; passiva &egrave; soprattutto verso le regioni limitrofe Campania e Puglia,&nbsp; in particolare &egrave; ospedalit&agrave; programmata attraverso visite specialistiche e legata a patologie dell&rsquo;apparato muscolo scheletrico ed a cardiopatie. Punti di debolezza nella specialistica ambulatoriale sono la carenza nella diversificazione delle attivit&agrave;, l&rsquo;alta concentrazione del pubblico, la insufficiente&nbsp; copertura territoriale specie nelle aree di confine, la mancanza di servizi compositi strutturati per patologie ed alternativi al day hospital ed al day surgery&rdquo;. Evidenziata anche la concentrazione della distribuzione delle risorse nella specialistica ambulatoriale su alcune strutture rispetto alla quantit&agrave; di strutture disponibili (nella fisioterapia 4 strutture su 20 raggiungono il 52 per cento delle risorse assegnate).<br /><br />&ldquo;E&rsquo; necessario &ndash; ha concluso il presidente di Sanit&agrave; futura – ridefinire in modo sistemico le funzioni e la struttura dell&rsquo;offerta che sembra essersi determinata pi&ugrave; per spinte interne che per un reale orientamento ai bisogni sanitari&nbsp; e alla efficienza economica. Tra le proposte la uguaglianza delle tariffe verso le strutture, una maggiore distribuzione territoriale delle risorse e delle funzioni sanitarie per contrastare la migrazione e favorire la immigrazione sanitaria, una integrazione delle attivit&agrave; ambulatoriali delle strutture private con il sistema ospedaliero regionale, l&rsquo;incentivazione dei consorzi e delle forme di cooperazione&rdquo;.<br />Sull&rsquo;argomento sono intervenuti i consiglieri Perrino (M5s), Rosa (Lb-Fdi), Mollica (Udc), Spada (Pd) e Galante (Ri).<br /><br />La Commissione consiliare ha rinviato infine il parere sulla delibera della Giunta concernente il &ldquo;Programma per un reddito minimo di inserimento &ndash; ex articolo 15, comma 3, della legge regionale n.26/204 &ndash; Legge di Stabilit&agrave;&rdquo;. Ai lavori dell&#39;organismo consiliare ha preso parte il dirigente generale del Dipartimento Presidenza della Giunta regionale, Vito Marsico, che ha risposto ad alcuni quesisti sollevati dai consiglieri regionali.<br />&ldquo;Il Programma &ndash; ha spiegato &ndash; vuole offrire un sostegno economico ai soggetti maggiormente svantaggiati e, in particolare, ai soggetti fuoriusciti dalla platea degli ammortizzatori sociali, ai disoccupati di lunga durata, ai disoccupati e agli inoccupati che vivono in una situazione di grave deprivazione materiale per l&rsquo;adesione alle attivit&agrave; di pubblica utilit&agrave; ed alle iniziative di inserimento sociale e occupazionale. Due le platee interessate: quella degli ex lavoratori in mobilit&agrave; in deroga, e quella degli ex Copes. Da una stima ipotizzabile l&rsquo;impegno economico dovrebbe essere pari a 40 milioni di euro per complessive 7.000 persone. La misura di sostegno prevista dovrebbe aggirarsi sui 450 euro mensili con una oscillazione tra i 350 ed i 550 euro in funzione del livello di reddito Isee&rdquo;.<br /><br />Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Gianni Rosa (Lb-Fdi), Francesco Mollica (Udc), Michele Napoli (Pdl-Fi), Paolo Galante (Ri), Giannino Romaniello (Gm) e Gianni Perrino (M5s). Al termine della riunione il presidente Bradascio ha chiesto ai componenti la Commissione di inviare entro sabato prossimo le osservazioni in modo da licenziare la delibera nella seduta di marted&igrave; prossimo.<br /><br />Hanno preso parte ai lavori, oltre al presidente Luigi Bradascio (Pp), i consiglieri Giannino Romaniello (Gm), Carmine Miranda Castelgrande, Mario Polese e Achille Spada (Pd), Michele Napoli e Paolo Castelluccio (Pdl-Fi), Gianni Perrino (M5s), Gianni Rosa (Lb-Fdi). Paolo Galante (Ri), Francesco Pietrantuono (Psi), Francesco Mollica (Udc).<br /><br />lc<br />

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