La dichiarazione del consigliere regionale di Sel, Giannino Romaniello, sulla posizione e i motivi del voto di astensione in Consiglio
“Ho ricordato in Aula – sottolinea Romaniello – in occasione del dibattito sulla proposta di legge di iniziativa popolare riferita alle indennità dei consiglieri, dopo averlo fatto in precedenza nella riunione che abbiamo avuto con i rappresentati del movimento Cinque Stelle, che vi sono due modi di proporre iniziative legislative popolari: una è quella di avanzare proposte propositive e l'altra quella di avanzare proposte abrogative. Noi, come Sinistra Ecologia e Libertà, abbiamo lavorato fino ad oggi nella direzione di individuare lo strumento della proposta di legge di iniziativa popolare come uno strumento politico per fare in modo che la comunità, i cittadini e la politica interloquisse e discutesse su temi e questioni che riguardano la condizione materiale delle persone. Ribadisco che ho profondo e grande rispetto per tutti coloro i quali mettono in campo iniziative politiche, tendenti oggi a dare una risposta sui temi della riduzione dei privilegi della politica, dei rappresentanti politici, non della politica, e sul tema dell'avvio della riduzione dei privilegi e non invece, è questo un tema a me molto caro, quello della riduzione dei costi della politica intesa come riduzione degli spazi della partecipazione della democrazia. E’ il caso di precisare: sono due cose distinte e separate perché è evidente che la esperienza di questo ultimo ventennio ha dimostrato che, troppo spesso, la incapacità della politica di assumere i temi della gente come punti centrali della sua iniziativa ha portato al prevalere della cultura dell'io, dell'individualismo, del partito del leader o padronale come nel caso della destra, sia esso di centro, di destra o di sinistra”.
“E ancora – continua Romaniello – nel mio intervento in Consiglio ho segnalato che non si può mettere sullo stesso piano forze politiche diverse; chi ha una idea altra della politica rispetto a chi con la politica difende interessi personali e di parte. Una politica autonoma dai poteri forti e dalle lobby finanziarie. Non si può affermare che la ruberia di pochi (Lusi, famiglia Bossi eccetera) è sistema e riguarda la politica in modo indistinto per ridurre gli spazi di partecipazione e democrazia. Ho avuto netta l'impressione che il Presidente del Consiglio nell'accelerare la discussione su questa proposta, abbia privilegiato il dibattito e la discussione su questo tema perché, ricordo, che sul terreno delle proposte di iniziativa popolare esistono diverse proposte di legge sul reddito minimo che sono state presentate da cittadini, non da movimenti, da cittadini e non da forze politiche, che giacciono nelle commissioni, alcune anche da qualche anno. Si tratta, quindi, di discutere di tutto ciò che è stato presentato agli uffici del Consiglio e assegnato alla Commissione competente, che attiene alla riduzione dei benefici e, quindi, avviando una discussione sulla riduzione delle indennità degli stessi Consiglieri, perché oggi, non sfugge a nessuno che uno dei punti centrali della indisponibilità dei cittadini ad accettare privilegi, è dato dal fatto che nel mentre si chiedono sacrifici c'è chi ha e conserva dei privilegi. Per me i privilegi consistono nell’avere tre pensioni, avere il vitalizio e la pensione del posto dove si lavora oppure avere il vitalizio di Consigliere regionale e quello di Parlamentare. Vorrei ricordare che io sono stato presentatore della proposta di legge sulla trasparenza, che in quella proposta di legge, è scritto che le assenze sono tali, che devono essere giustificate, che in quella proposta di legge era scritto che bisognava rivedere il sistema dei rimborsi; che nel testo approvato c’è scritto che vanno resi pubblici i bilanci dei gruppi, le presenze, le assenze e il voto espresso dai consiglieri sui singoli provvedimenti. Ho avanzato una proposta, io la chiamo così, del casa-lavoro, vale a dire il rimborso spese di viaggio, in cui si legava il rimborso alla presenza e, quindi, all'attività istituzionale effettivamente svolta. Inoltre, ho presentato una proposta, che è ancora depositata in Commissione, che parla della abolizione del vitalizio a partire da questa legislatura e nella proposta c'è anche scritto, cosa che non c'è scritta nella proposta di iniziativa popolare, che ai Consiglieri è decurtato l'importo corrispondente alla indennità di vitalizio che loro versano mensilmente”.
“Ecco perché – precisa Romaniello – ho evidenziato che, siccome all'interno di questa proposta vi sono cose che sono state fatte, vi sono cose che sono giacenti in Commissione, quindi temi veri, ho chiesto al Consiglio di far diventare questa proposta di legge, alla pari delle altre che vi sono nella Commissione competente, oggetto di confronto e di discussione nei luoghi che sono deputati, cioè le Commissioni consiliari, perché non è possibile che il Consiglio regionale per un problema di paura politica decide, dopo tre mesi, di discutere della proposta del Movimento Cinque Stelle e, per problemi che non si capiscono, non discute delle altre proposte di iniziativa popolare a partire da quelle che prevedono la introduzione del reddito minimo garantito in Basilicata, pur consapevole che su questo istituto di sostegno al reddito ha una valenza nazionale e impone una riforma totale del sistema degli ammortizzatori esistenti nel nostro Paese”.
“Con il Movimento Cinque Stelle – sostiene Romaniello – vi sono opinioni differenti, c'è chi pensa nella sua impostazione che la politica la si fa assumendo il tema oggi dominante che è quello dell'antipolitica come fattore distintivo della sua azione e ragion d’essere, e c'è chi, come noi, pone il tema della riforma della politica e delle sue regole per affermare la buona politica fatta di passione, impegno e promozione per valorizzare ed ampliare gli spazi di partecipazione e democrazia. Modificare strutturalmente il sistema di trasferimento di risorse pubbliche alle forze politiche sulla base del loro consenso e della effettiva attività (certificata) svolta per impedire finanziamenti occulti e dipendenza. Cosa ho voluto affermare? Precisamente che se Lusi e Bossi hanno rubato i soldi dei partiti, vi sono altri, i consiglieri regionali di Sel che versano il 35 per cento della loro indennità per sostenere l’attività del partito, per riuscire a fare un manifesto e iniziative sul territorio. Ecco perché – conclude il consigliere – ho espresso voto di astensione sulla proposta di legge ribadendo la richiesta che in Commissione si apra la discussione su tutti i progetti di legge giacenti”.