Per il consigliere regionale di Sel “studenti e giovani donne disoccupate le due facce dello stesso disagio sociale”
“Gli studenti che manifestano contro i tagli all’istruzione e le giovani under 30 che al Sud, secondo i dati diffusi oggi dall'Istat, nel secondo trimestre del 2012, raggiungono un tasso di occupazione di appena il 16,9 per cento sono le due facce dello stessa medaglia che è il crescente disagio sociale di giovani generazioni e di fasce sempre più numerose di donne, tenuti entrambi a bordo campo”. E’ quanto sostiene il capogruppo di Sel in Consiglio regionale, Giannino Romaniello, sottolineando che “un livello così basso di occupazione femminile – ci ricordano gli specialisti della statistica – non si registrava dal secondo trimestre 2004”.
“E' da tenere presente – ricorda Romaniello – che nella fascia d'età tra i 15 ed i 29 anni è molto elevata la quota di studenti, soprattutto tra i più giovani che, quindi, con lo studio rinviano solo la ricerca di lavoro, quando non sono scoraggiati al punto da desistere dalla stessa ricerca. E' ancora più evidente il divario con il Nord, dove la quota di giovani donne occupate tra i 18 ed i 29 anni sale al 45,7 per cento, e con la media nazionale (pari al 34,0 per cento). Il gap sale ancora nel confronto con i ragazzi: nell’Italia settentrionale risulta occupato il 56 per cento. In Italia, dunque, le più penalizzate sono sicuramente le giovani donne meridionali. Per loro lavorare è un’eccezione, ma la crisi ha fatto diventare la ricerca di un posto una missione impossibile per tutta la nuova generazione. Inoltre, troppo spesso i giovani che hanno avuto la fortuna di trovare un impiego si devono accontentare di un posto a scadenza o, comunque, condizionato da contratti di lavoro precario. Tutto ciò mentre il Governo è lontano mille miglia dall’ ‘emergenza giovani e donne’ al punto che il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, lavora ad un nuovo meccanismo di tutela dei salari dall’inflazione, legato all’indice europeo e legato all’andamento della produttività e da tempo, fino a metà ottobre, a sindacati e imprenditori per mettere a punto un accordo di revisione della contrattazione che raggiunga questi obiettivi. Siamo di fronte – continua il capogruppo Sel – ad una sorta di condanna di giovani e donne alla precarietà perenne”.
Secondo Romaniello “ancora una volta le manifestazioni dei giovani studenti, le domande di diritti, i bisogni del mondo della scuola sono trattati solo come una questione di ordine pubblico, mentre – afferma – da troppo tempo una intera generazione è alla ricerca di una interlocuzione, meno episodica e formale, con la classe politica e chiede maggiore impegno e maggiori investimenti in uno dei settori strategici per uscire dalla crisi. L’Italia non può più permettersi di utilizzare i fondi destinati alla Pubblica istruzione come riserva economica per ripagare il debito e per fare cassa. E’ giunto il momento che la politica italiana faccia luce sulla situazione del mondo della scuola. La formazione pubblica deve tornare ad essere una priorità dell’agenda politica nazionale e regionale. Per questa ragione di fondo Sel – conclude Romaniello – considera la manifestazione del 12 ottobre che vedrà uniti insegnanti e studenti, una buona occasione per ascoltare le legittime ragioni delle generazioni che sono il futuro del nostro Paese. In Basilicata, per quanto ci riguarda, investire sul sapere e sulla formazione diventa una delle strategie da mettere al centro della nuova programmazione dei fondi comunitari per il prossimo sessennio”.