Romaniello: Affrontare emergenza cassa in deroga

Per il capogruppo Sel: “E’ necessario rifinanziare gli ammortizzatori sociali con urgenza con un decreto legge immediato per assicurare la copertura di tutto il 2013”

&ldquo;Mantenere alta l&rsquo;attenzione sul problema del lavoro per noi significa che, dopo aver cominciato ad affrontare con sindacati, Aree Programma e Province la questione degli operai forestali e degli addetti alle Vie Blu, con l&rsquo;impegno a chiudere rapidamente l&rsquo;iter amministrativo entro fine maggio, l&rsquo;altra emergenza a cui dare soluzione immediata &egrave; quella della cassa integrazione in deroga&rdquo;. E&rsquo; quanto sostiene il capogruppo Sel in Consiglio regionale, Giannino Romaniello, ribadendo &ldquo;la necessit&agrave; di rifinanziare gli ammortizzatori sociali con urgenza con un decreto legge immediato per assicurare la copertura di tutto il 2013, per cui il fabbisogno stimato ammonterebbe a circa 3 miliardi. E&rsquo; il caso di ricordare che, ad oggi, non sono mai stati emanati nemmeno i decreti predisposti dal precedente governo per la ripartizione dei 260 milioni gi&agrave; stanziati e che la Conferenza delle Regioni ha provveduto a ripartire con un documento che risale al 28 marzo scorso e senza risposta&rdquo;.<br /><br />Per il capogruppo SEL &ldquo;va sostenuta con forza e insieme ai parlamentari lucani la posizione unitaria delle Regioni che per la gestione degli ammortizzatori in deroga si pongono l&rsquo;obiettivo di valutare regole condivise che, pur considerando le specificit&agrave; territoriali, garantiscano a tutti i cittadini parit&agrave; di trattamento. Fra i problemi che richiedono una tempestiva azione del governo ci sono anche quelli, sollevati dall&rsquo;entrata in vigore della legge 92 (Fornero), che modifica lo status di disoccupazione che la nuova disciplina applica solo ad alcune categorie di lavoratori, escludendo ad esempio i lavoratori autonomi e parasubordinati, che verrebbero cos&igrave; a perdere diritti e indennit&agrave;. L&rsquo;altro grave problema &egrave; quello legato alla mancata proroga dell&rsquo;iscrizione alle liste di mobilit&agrave; dei lavoratori licenziati da aziende con meno di 15 dipendenti, con ricadute immediate per un consistente numero di lavoratori licenziati che non potrebbe beneficiare degli incentivi previdenziali e per le aziende che non potrebbero utilizzare gli sgravi fiscali per la riassunzione&rdquo;.<br />&ldquo;Le Regioni &ndash; continua Romaniello – hanno riconfermato che la discussione sul riassetto delle politiche attive per il lavoro debba avvenire sulla base di quattro capisaldi: territorialit&agrave;, efficienza, intreccio fra pubblico e privato, uniformit&agrave; delle prestazioni fondamentali, mentre si dicono favorevoli alla sperimentazione della &lsquo;staffetta generazionale&rsquo; per favorire l&rsquo;ingresso del lavoro delle nuove generazioni, chiedendone un incremento dello stanziamento. E&rsquo; questo il percorso da seguire insieme alla richiesta al Governo Letta di anticipare risorse del Fondo Sociale Europeo che rappresentano la fonte principale di finanziamento degli interventi per il lavoro&rdquo;.<br />&ldquo;La mancata anticipazione &ndash; conclude il consigliere – metterebbe a rischio la continuit&agrave; dei servizi e soprattutto non consentirebbe di scongiurare il pericolo che circa un milione di persone, e quindi di relative famiglie, che possono contare soltanto su indennit&agrave; di sopravvivenza economica, precipitino, senza paracadute, nella indigenza&rdquo;.<br /><br /><br /><br /><br />&nbsp;&nbsp;

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