Il consigliere regionale del Pdl: “egregio Sindaco di Tolve, libero di fare la sua attività locale ma non dia giudizi su qualcosa che non conosce, che non vive e dalla quale è lontano non avendo mai partecipato ad alcuna attività del Pdl”
“Apprendo che il sindaco di Tolve, Rocco Viggiano ha liquidato in poche battute la vicenda sulla rimozione della targa nella villa comunale intitolata al 18enne vittima del terrorismo Sergio Ramelli, anche proponendo con totale mancanza di sensibilità e etichetta istituzionale di volerla regalare a chiunque voglia dedicare una sezione od altro a questo ragazzo barbaramente assassinato”. E’ quanto afferma il consigliere regionale del Pdl, Gianni Rosa ribadendo che “rimango del parere che la targa debba rimanere, così anche l’intestazione della villa comunale di Tolve”.
“Ma il pensiero politico di Rocco Viggiano – aggiunge Rosa – va oltre quel gesto di arroganza istituzionale che inutilmente maschera con un appello del Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano. Un pensiero che il primo cittadino tolvese cerca di nobilitare con buone letture e citando Eco sulla fine dell’ideologia, della quale gli ex An sarebbero orfani. Ma citazioni a parte, Rocco Viggiano dimostra di non conoscere per nulla cosa sia il Popolo della Libertà di Basilicata anche perché non è tesserato, non ha partecipato ai lavori precongressuali, non ha dibattuto le diverse mozioni e non ha illuminato con la sua dottrina il congresso provinciale. Detto in termini chiari: Viggiano non conosce nulla del Pdl se non per interposta persona e per notizie indirette e probabilmente di parte. Già continuare a parlare di ex An ed ex Msi per voler connotare il sottoscritto e un’area che fa riferimento alla componente ‘Gaspariana’ in Lucania è oltre che sbagliato anche mistificatorio e ‘suggerito’ da qualche consigliere che le cose le sa ma preferisce celarsi e non esporsi in prima persona; perché poi sarebbe pubblicamente smentito”.
“Di quell’area – continua ancora l’esponente del Pdl – fanno parte tante persone ed iscritti che provengono da diverse culture e partiti compresi An e Forza Italia ma anche persone di area socialista, riformista, moderati cattolici e tanti nuovi iscritti che per la prima volta hanno deciso di volersi impegnarsi in politica. Ammetto di non aver letto l’ultimo libro di Umberto Eco, chiedo venia, ma forse spesso sono troppo impegnato a partecipare a riunioni sul territorio, a leggere gli atti amministrativi e anche a girare la Basilicata per la formazione delle liste prima e per sostenere i candidati di area: non sono un eroe poiché è solo l’attività che un consigliere regionale e dirigente di partito deve svolgere. Ma di certo il non iscritto Rocco Viggiano queste cose non può saperle, fa il sindaco di una comunità e lascia il suo illuminante pensiero democratico e pluralista entro i confini comunali. Ma mi sovviene una certezza, che qualcuno realmente viva nel passato e non si accorge che il mondo è cambiato; di certo Viggiano appartiene a questa categoria. Quando qualcuno si trincea in una citazione da letterato e non fa analisi politica autonoma è la prova che nel migliore dei casi si difenda portando la polemica su altre questioni, nel peggiore dei casi che non è autonomo ma strumento del pensiero altrui. Di certo è Viggiano che cerca presunti nemici e non certo gli ex An”.
“Ribadisco a Viggiano e ai suoi tutori politici – conclude Rosa – che il Pdl è un partito pluralista con tante anime tra cui gli ex iscritti di An i quali hanno avversari politici solo nel centrosinistra ma non hanno nemici politici, questa visione rozza la lasciamo ad altri perché non ci appartiene. La lasciamo invece a chi vede la politica come interesse personale, a chi vive nel manicheismo, a chi è in cattiva fede nei propri partiti. Quindi egregio sindaco di Tolve, libero di fare la sua attività locale ma non dia giudizi su qualcosa che non conosce, che non vive e dalla quale è lontano non avendo mai partecipato ad alcuna attività del Pdl dove avrebbe incontrato uomini e donne certo di centrodestra ma nella ricchezza di differenti culture politiche”.