Riforma Renzi, Romaniello: proposta dannosa per il Paese

Il capogruppo Sel: “Si rischia di accentrare a Roma e nelle mani del solo Governo il destino di territori, come quello della nostra Basilicata. Noi ci batteremo affinché questo non avvenga”

&ldquo;Il dibattito sulla riforma del Senato e del titolo V, iniziato marted&igrave; 2 aprile mentre il Governo presentava la sua proposta, e che prosegue oggi, ci interroga ancor di pi&ugrave; sulle ragioni e gli effetti che hanno portato la Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali a programmare la riunione di tutti i Consigli. La domanda che dobbiamo porci &egrave;: &lsquo;A cosa serve un dibattito in presenza di una scelta gi&agrave; fatta e immodificabile, come dichiarato dal Governo?&rsquo;&rdquo;. E&rsquo; l&rsquo;interrogativo che si pone il consigliere regionale Giannino Romaniello (Sel) aggiungendo che &ldquo;non serve a nulla, a meno che il Consiglio non decida di approvare un documento chiaro sulla difesa delle prerogative della Regione su materie quali l&rsquo;ambiente, il territorio, l&rsquo;urbanistica, l&rsquo;organizzazione della sanit&agrave;, petrolio e diritti dei cittadini lucani a decidere del proprio modello di sviluppo&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Una proposta alternativa che a mio modo di vedere garantirebbe una risposta vera alla riduzione dei costi della politica &ndash; aggiunge l&rsquo;esponente di Sel -, senza mettere in discussione la rappresentanza potrebbe essere quella della elezione dei senatori eletti e non nominati dai consiglieri regionali e dai sindaci, la riduzione dei parlamentari, massimo 450 deputato e 100 senatori, nonch&eacute; una riduzione consistente delle indennit&agrave;. La proposta del Governo Renzi appare invece una proposta populista e che nasconde l&rsquo;incapacit&agrave; del Governo di dare risposte ai problemi veri che affliggono il paese in tema di lavoro, diritti, tutela ambientale e del territorio. Siamo in presenza di una deriva populista e antidemocratica tanto da considerare inutili le rappresentanze sociali, i corpi intermedi della societ&agrave; che hanno fatto dell&rsquo;Italia, con la nascita della Repubblica, un paese moderno, competitivo e avanzato per il suo sistema istituzionale (equilibrio tra i poteri)&rdquo;.<br /><br />&ldquo;L&rsquo;idea che rischia di affermarsi &ndash; afferma Romaniello – &egrave; quella molto pericolosa di un sistema dove c&rsquo;&egrave; un capo ed il popolo, idea che ci riporta alla mente periodi bui della storia del nostra Paese. Le proposte di Renzi sulla legge elettorale, la riforma del Senato, l&rsquo;abolizione non delle Province, ma degli eletti (rimarranno le Province come strutture, solo che non saranno i cittadini ad eleggere il presidente e gli assessori, ma i sindaci) minano il principio cardine della democrazia che si basa sulla partecipazione e sul diritto dei cittadini ad eleggere i propri rappresentanti. L&rsquo;esempio pi&ugrave; eclatante del restringimento della democrazia sta nel fatto che il Presidente della Repubblica, eletto dai deputati e senatori, pu&ograve; nominare 21 senatori su 148, esattamente il 15% del totale, in piena contraddizione con le regole della partecipazione e della democrazia&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Tutte queste ragioni &ndash; conclude Romaniello – ci inducono a esprimere contrariet&agrave; alla proposta del Governo ritenendola dannosa per la tenuta democratica del nostro Paese, rischiando di accentrare a Roma e nelle mani del solo Governo il destino di territori, come quello della nostra Basilicata, dove il Governo, come dichiarato dal ministro Guidi, e le grandi multinazionali del petrolio, hanno manifestato la volont&agrave; di prendersi tutto il petrolio necessario al paese non considerando la tutela ambientale e i diritti dei nostri corregionali lucani. Noi ci batteremo affinch&eacute; questo non avvenga&rdquo;.<br />&nbsp;

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